Volontà - anno XVI - n.3 - marzo 1963

L'EDUCAZIONE PROFESSIONALE ABBIAMO TRATTATO, nei numeri precedenti, dell'educazione come auto- nomia teoretica e pratica, nel suo aspetto filosofico e pedagogico. Ora trat• tcrcmo della educazione come problema professional~. ossia come autonomia prorcssionalc. In un certo senso, l'educazione professionale è implicita nell' e.du– cazionc teoretica e nell'educazione pratica in quanto postula e il pensiero e l'a– zione, e il sapere e il fare. Meglio, mettendo in luce la cultura e la moralità dell'educazione abbiamo inteso soprattutto porre in evidenza gli aspetti o fina– lità universali di essa, ma non certamente trascurarne i frni individuali e par– ticolari. Che il problema dell' educ:i.zionc prorcssionale sia quanto mai difficile a ri– solversi lo dimostra il fatto che nessuno ha potuto dire csallamente in che consi– sta e in quale rapparto si trovi con l'educazione generale. Anzi per alcuni, che \'Cdono nel lavoro la migliore espressione dell'uomo, essa si identifica addirittu– ra con la stessa educazione. Diciamo subito che, per noi, l'educazione professio– nale, assieme all'educazione fisica, rappresenta il fine particolare e privato co– me l'autonomia teoretica e pratica l'aspetto universale e umano di tutto il pro– cesso educativo: e, con Kant, si pa1rcbbe ripetere che l'educazione professiona– le è cicca senza l'educazione generale e l'educazione generale vuota senz.1 l'edu– cazione professionale. M.l come si può e si de\'c intendere la professione? Come mestiere puro e semplice, ossia come complesso di tecniche che si trasmette da generazione a generazione; come ::irte o creazione pcrson::ile e quindi non de! tutto trasmissi– bile nel tempo; come missione o ideale che si esprime e concrelizza nella voca– zione schiella e disinteressala? La prima concezione della professione, assai diffusa in questo nostro mon– do affarista e guerrafondaio, subordina ogni cosa all'utilit!l.: tutto è dominato dal tomaconto e dall'interesse, ogni rapporto umano è un rapporto economico e materiale, ogni passibile prestazione d'opera non è che sete di guadagno e possibilità di accrescimento di ricchezza, ogni lavoro è concepito come lucro; il mestiere t la fonte d'ogni vantaggio e di tutti i profitti, l'origine di ogni for– tuna e di ogni rendita, la sorgente di tulle le speculazioni e di tulti i passibili guadagni, il principio stesso d'ogni rapporto vitale tra gli uomini: il commer• ciante senza scrupoli è il tipo dell'uomo che esercita la professione come me– stiere. In questa visione della professione è messo in evidenza soprattutto l'a– spetto tecnico e meccanico, ma evidentemente si tra.scura l'aspetto umano e morale il quale, checchè se ne dica, ne resta sempre la base fondamentale e il fulcro insostituibile, Nella seconda .iccczione si deve intendere non l'arte in senso ristretto e che mira prcv.ilentcmente alla bellezza come valore estetico (music.i, poesia, pittura, scultura, architettura), ma l'arte come attività dell'uo– mo che si contrappane all'opera della natura: abbiamo cosl l'arte del meccani- 181

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