Volontà - anno XVI - n.3 - marzo 1963

Le idee individualistiche di Benjamin R. Tucker (1854-1939) TucKER FU UN ANARCHICO AUDACE, un filosofo e un avver– sario irriducibile dello Stato. Non es– sendo riuscito a trovare nè ordine, nè fondamento nella società attuale e ren– dendosi conto di quanto il destino del– l'uomo fosse iniquo, intollerabile e schiacciante, e sentendo montare verso di lui le grida del dolore umano, si getta a corpo morto nella mischia dei conflitti e dei problemi sociali. Com– prende che i princìpi di ques.to mondo non sono la ragione, ma piuttosto la ragione obbligata a transigere con l'ar. bitrio, dc1ivato dalla violenza e sem– pre giustificato contro un passato: un mondo insomma completamente assur– do e irragionevole. Contrariamente a Stephen T. Bying– ton, comunista, Tucker 1Jon attribuisce i nostri mali e la nostra indigenza - in un regime di salariato e di proprietà privata - alla mentalità difettosa de– gli uomini. Ma mentre Mackay afferma che la libertà anarchica è priva di o– gni violenza aggressiva e di qualsiasi forma di costrizione, Tucker sostiene invece che un'azione violenta è sempre legittima contro un aggressore, qua– lunque esso sia. Non pet· questo è un sostenitore dell'impiego metodico della violenza: secondo lui si dovrebbe arri. vare a fare uso di questa, solo dopo avere cercato di evitarla con tutti i mezzi pacifici a nostra disposizione. Liberatosi dalle menzogne degli idoli e dai falsi valori, si consacra intera– mente alla missione cli risvegliare la coscienza umana per renderla solidale con quanto denuncia e con quanto crede. Là sua parola, giusta e misura– ta, è il modello stesso del suo pensiero sincero e generoso, e il suo diuturno lavoro è lavoro di demolizione contro l'avversario ostinato dell'universo. L'a– narchico, scrive, non domanda la liber– tà come un bene ,che gli è stato tolto, bensì come un bene che gli si impedi– sce di conquistare. Se vi è chi della IL bertà ne fa Un domma, gli anarchici ne fanno un fine. Per i primi l'uomo nasce libero ed è la società che lo rende schiavo, per i secondi l'uomo na– sce in completa dipendenza e nella ser– vitù. La civiltà reale è la sola che possa condurlo veramente sulla via del– la libertà. Ma la violenza non può mantenere l'anarchia; non può nemmeno offrirle la nascita. La sola cosa utile che la forza possa fare per noi è quella di salvarci dall'estinzione accordandoci un prolungamento della vita, nel cui cor– so potremo tentare di realizzare l'anar– chismo con i soli metodi a noi pos– sibili. Non è che quando saremo vera– mente messi colle spalle al muro che dobbiamo fare uso dei metodi estremi, poichè non dobbiamo mai dimenticare che « la resistenza passiva è l'arma più potente che l'uomo abbia maneggiata nella lotta contro la tirannia ... Ed an– che non dimenticare che non è doma– ni che dobbiamo conquistare il me– glio, la verità e la giustizia, ma oggi stesso. Se la forta difensiva è un aspetto del principio della libertà, lo Stato riposa 141

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