Volontà - anno XV- n.12 - dicembre 1962

gior parte, da anarchici. Queste forze, dopo aver superato la resistenza di Guadalajara e di Torrejòn, penetrarono in Madrid e piombarono alle spalle dei comunisti catturando migliaia di prigionieri. Nel centro della capitale la battaglia continuava aspramente e la situazione uon cambiò sino al 10. Quel giorno si arrese il Quartier Generale del III CuerJ)o. Ortcga si offri di parlamentare con Barcelò e Bueno per le condizioni di resa. Questi pro• misero di arrendersi chiedendo salva la vita. Chiesero, inoltre, l'autorizza– zione della loro stampa e l'ammissione di un rappresentante del Partito nel Consiglio. Quest'ultima condizione non fu accettata. La vita sarebbe stata risparmiata a quelli che non avevano commesso crimini. In conse– guenza, forono fucilati il tenente colonnello Bercelò ed il suo commissario Conesa accusati di aver fallo uccidere, per rappresaglia, alcuni capi casa– disti catturati prigionieri. Liquidata l'ultima offensiva comunista, la prossima tappa sarebbe stata quella di negoziare la pace. Il 7 marzo la C.N.T., la F.A.I. e la F.I.J.L. fosero i loro Comitati Supe– riori in un Comitato Nazionale del Movimento Libertario. Gli obbiettivi più importanti, in quel momento. erano la fine della guerra con una pace onorevole, le relazioni con il Consiglio di Difesa e con il Partito Comunista. Queste ultime potevano essere decise con la fine della lotta nelle strade. « Abbiamo motivo - disse Juan Lopez segretario del nuovo Comitato Nazionale - per eliminare i comunisti, i repubblicani ed i socialisti, che sono stati la causa della nostra disfatta. Ma non vogliamo distruggere nes– sun partito. Il Partito Comunista deve essere ammesso nel Fronte Popolare a dare la sua collaborazione ma non deve intervenire nel potere». Nel caso che le trattative per la pace non avessero dato i risultati spe– rati bisoi;nava pensare ad evacuare i militanti, a salvare i valori del ltfovi– vimento ed a dare vita ad una organizzazione clandestina. Ma la lotta nelle strade durò sette giorni, durante i quali non fu possibile occuparsi di altri negoziati. Questi furono intavolati la prima volta, tramite agenti franchisti offertisi spontaneamente, il giorno 12. Il Comitato Nazionale del ltfovimento Libertario si riunì nuovamente il 16 per decidere sui negoziati di pace che << ci obbligano a studiare il modo per salvare i nostri valori morali e materiali >). Vi era poco tempo da perdere. Nel caso che non fosse stato possibile ottenere una pace a con– dizioni onorevoli, bisognava opporre un 'accanita resistenza, Assistettero alla riunione i consiglieri Val e Mario. Secondo questi, il Consiglio avrebbe dovuto inviare all'estero una delegazione per preparare l'evacuazione. Tuili i periodici comunisti furono soppressi. Ai dirigenti del P.C. furono concessi sei giorni di tempo per porre termine alla loro atti• vità; allo scadere di detto periodo avrebbero ricevuto un passaporto per poter lasciare la Spagna. Il S.I.M. era stato riorganizzato ed era stato anche deciso il trasfo'rimento del colonnello Mera all'esercito dell'Estremadura. Il consigliere Gonzalez Mario era stato autorizzato dal Consiglio ad inviare 720

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