Volontà - anno XV- n.12 - dicembre 1962

militanti. Per tale ragione si sospettava che il decreto nascondesse una ma– novra proprio contro detti parliti ed organizzazioni. Il sospelto si fondava sull 1 impossibiJità di attuare una mobililazione generale. Si poteva disporre di armi soltanto per il 30% massimo per il 50% dei mobilitati. Il decreto si rivolgeva a tutte le attività economiche chiamate ad intervenire militar. ·mente nella guerra. Le conquiste rivoluzionarie erano minacciate in tal senso. Prima del decreto di mobilitazione generale, anarchici e confederali chiesero che un determinato numero di militanti di tutti gli organismi fosse esonerato dalla mobilitazione, così come praticato sin dalJ'iuizio della campagna. In un Pieno della F.A.I. 1 tenutosi il 19 gennaio, un delegato così si eapreB&e: « I dec·reti hanno un fondo 1>oliticoed un carattere nefasto per l'orga– nizzazione e per il Paese in generale ... Il Centro non accetterà, in nessun modo, la disarticolazione del Movimento, e se il governo non permetterà l'esenzione del numero sufficiente di militanti il Movimento sarà unito, a scapito di tutti gli ordini ufficiali •· La slessa presa di posizione non era condivisa dagli altri settori poli• tici. L'U.G.T., dal suo canto, era favorevole alla mobilitazione generale. Gli elementi dei comitati potevano essere mobilitati nei posti occupati. In un ahro Pieno si rilevò che, mentre la C.N.T. (Comitato Nazionale) accet• tava inlegralmente il decreto, il Comitato Penin3ulare della F.A.I. lo re– epingcva. Le acque si intorbidivano e correvano voci di una rouura di rela– zione lra i due comitati. Il Souosegrelariato agli Armamenti, che controllava tutte le industrie di guerra, mobilitò tutte le allività industriali senza avere il benchè mi– nimo riguardo. Nel suddetto Pieno, il delegato del Centro riferì che, a causa della mobilitazione, il 55% delle industrie era paralizzato. NeUe (abhriche, i rapprescolanli del governo minacciavano, continuamente, i lavoratori coo gli articoli del Codice Militare. Lo 1lesso delegato esclamò: • Fino a quando non avremo Ja garanzia sulla sufficienza delle am1i 1 noi manifesteremo affinchè si annulli la mohi– )jtazione ». Come appare evidente, in seno al Movimento Libertario questa cor• rente non era concorde. Per esempio il delegato della C.N.T. del Levante eredeva che, ostacolando la mobilitazione, si sarebbe facilitato il predo• minio dei marxisti nei comandi militari. Lo stesso era accaduto nel 1936 quando il Movimento si opponeva alla militarizzazione delle milizie. « Quello che dobbiamo fare - aBScriva quel delegato - è di porci alla testa della mobilitazione, ma non credo che si tratti di una manovra politica ». Una commissione si era incontrata con il generale Miaja, capo del 711

RkJQdWJsaXNoZXIy