Volontà - anno XV- n.12 - dicembre 1962
febbraio, le truppe fasciste piantarono la loro bandiera vittoriosa sull'ultimo pennone al limite del versante spagnolo dei Pirenei. I soldati repubblicani che non erano morti o caduti prigionieri si rifugiarono in Francia unita– mente alla popolazione civile. Circa mezzo milione di esseri umani videro realizzati i loro sogni di libertà, premiati i sacrifici compiuti per la causa antifascista internazionale, in un campo di concentramento. Gli strateghi da caffè, che tanto hanno ironizzato sull'indisciplina e sull'incapacità militare delle milizie popolari che avevano operato nei primi mesi di guerra, hanno a loro disposizione una documentazione preziosa dei più disparati errori commessi, sia dal punto di vista tattico che da quello strategico, a partire dal momento in cui i combattenti furono inquadrati militarmente sotto un comando unico di Stati Maggiori ed ordinanze seve– rissime. Le operazioni, che spaccarono in due la zona repubblicana e più tardi portarono alla perdita della Catalogna, furono elaborate dall'alto co– mando militare. Questo alto comando provocò delle battaglie e delle offen– sive di disturbo che non fecero altro che annientare, nel morale e nel fisico, i soldati, per cui, in fin dei conti, (eee il gioco del nemico. Quanto all'offensiva generale contro la Catalogna, lo squilibrio in ma– teriali ed uomini era evidente. I dilensori non solo si trovavano senza riserve, ma la maggior parte dei quadri delle truppe combattenti erano incompleti.. Vi erano Brigate ridotte a Battaglioni, e cosi di seguito fino alle unità minori. L'alto comando repubblicano non tu capace di prevedere ]a (1uestione fondamentale: se si facilitava l'isolamento della zona centrale con la perdita della Catalogna, la perdita era tanto grave da far precipi– tare la fine della guerra. E ciò per fo seguenti ragioni: la Catalogna era la :ii:ona industriale della Repubblica dove si tro\'ava installata la maggior parte delle fabbriche di guerra e dove si trovava la mano d'opera specia– lizzata. Perchè la Catalogna non solo possedeva il più grande porto della Spagna, ma rappresentava anche l'ultima frontiera terrestre con la Francia e l'Europa, rimasta alla Repubblica, Non è dato sapere se i molteplici errori furono commessi per incapa– cità militare o per segreto disegno di una grande potenza amica che nel 1938 preforì disinteressarsi della questione spagnola, e ciò per ragioni inti– mamente strategiche di <letta grande potenza. Ci riferiamo all'Unione So– vietica ed alla sua politica opportunistica nei riguardi della Germania e culminata, poi, nel putto russo-tedesco dell'agosto 1939. Ma ora vediamo ciò che accade nella zona Centro. Sud. Dal 20 al 23 gennaio 1939 si tenne a Valeneia un Pieno Nacional de Regio,rnles del Movimiento Libertario. A causa della situazione militare, non potettero essere presenti tutte le organiz7,a7,ioni sindacali e anarchiche della Catalogna, nè i Comitati Nazionale e Peninsulare. Il Pieno si occupò del decreto di mobilitazione generale promulgato dal governo. Detto decreto, da attuarsi integralmente, poneva le organizza– zioni ed i partiti nella condizione di chiudere i battenti per mancanza di 710
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