Volontà - anno XV- n.12 - dicembre 1962
Non è necenario euere anarchici: quaUiasi osservatore obiettivo dei fatti politici può convenire sul fatto clte gli incidenti, che danno corpo al pericolo atomico, non sono casuali nw congeniti nella situazione e nei ,su.oi11istemi sociali. Rimettersi alla volontà dei potenti perche abbiano a 11n1.ontare la bomba che essi stessi hanno accuratamente montato, significa lasciare le cose allo stesso punto. Cercare la pace nella politica di potere, significa girare in wt labirimo che riporta sempre al pw1t.o di partenza. Il pericolo scongiurato oggi a Cuba, riprettderà corpo domani in un'altra questione, in un'altra zona d'attrito. L'accordo tanto invocato fra i potenti 110n è una. soluzione, ma un ripiego, non è la pace, ma soltanto una treg,,a. La minaccia atomica è connaturata ad una società universalmertte orga• nizzata wll'autorità e sul privilegio; alla vetta cli questa società vi sono uornirti di Stato, i <1uali non rappresentano l'universalità umana, ma una ristretta minoranza dominante. La pace non può essere stabilmente raggiunta senza cmnbfore questi sist.emi, ser1za realizzare nuovi principi di convivenza umana. La rivoluzione sociale e la salvezza fisica dell'umanità son oggi la stessa cosa. Bisogno che l'iniziativa sia strappai.a ai potenti ed alle loro diplomcrzie e passi oll'azione popolare; soltanto così si può scongiurare, in modo definitivo, la fatale minaccia. Ma i popoli non esistono ancora come oolontà e forza autonoma,. non sono ant:ora abbastanza emancipati dai miti e dalle suggesliorii im~ perialistiche. È la mancan:a di questa alternativa popolare alla politica dei poteri costituiti che genera quel senso di impotenza e cli angoscia Imito diff,r-so ai nostri giorni. Non soltanto gli uomini, ma anche le idee di emancipazione umana son destinai.e a perire con la guerra; quando la terribile minaccia si profila all'orizzonte è com.e un soffio sepolcrale che arresta l'evolu:ione della vita. Si verifica, in questo caso, urt'immediata retrocessione negli animi e nelle cose e di problemi più import<mti per il progresso civile vengono abbandonati come cose inutili. La logica della guerra s'intpone con termini c,ssoluti che tutto divora,w. e nulla può sopravvivere all'infuori di essi. A questo riguardo, è molto istruttivo il riflesso del pericolo di guerra sulla <1uestione cubana. Il breve periodo di normalità del regime di Castro aveva aperto il problema dei rapporti fra governo e popolo, fra il nuovo stato-padrone ed il proletariato, fra socialismo e libertà; e l'antitesi liber• taria alla statolatria di Castro incominciava a farsi luce. Ma erano problemi nati dalla rivoluzione che non potevano negare, bensì sviluppare la rivo• luzi-One compiuta dal popolo contro gli odiosi tirannelli e contro l'egemo- 614
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy