Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962
le cooperative di lavoro erano soltanto 1.300 e coprivano sol,o il Ire per cento della superficie coltivata - fece u.n balzo rapidissimo fra il giugno del 1949 e la fine del 1951, quando raggi.unse - per voler mostrare al mondo che si era più socialisti dell'URSS, patria del socialismo - questa punta massima: 6.800 cooperative di l8\'oro; 400.000 famiglie immessevi (con un'opera di pesante persuasione, non più sulla base di una spontanea adesione); e 2.600.000 ettari di coltivato, pari al 23% del totale. Tuttavia il processo di allentamento e di to11eranza era già cominciato nel luglio del 1951, con l'aboli:ione delle consegne obbligatorie e l'avvio u una certa libertà di prezzi, e nel novembre dello slesso anno, quando si decise - visto il regresso della produzione, la disorganizzazione imperante e il malcontenlo contadino - di sciogliere gradualmente le cooperative non redditizie, riformare la strutlura delle restanti, e assimilarne i compili a quelli deUe associazioni agricole occidentali ( vendila e acquisto di pro– dotti, affitto di mezzi tecnici, ccc.). Questo fu l'inizio di un movimento inverso, assai rapido; sicchè alla fine del 1952 le cooperative si erano ri– dot1e, da 6.800, nuo\'amente a 1.200, come nel 1947. Nel (ebbraio del 1953 ha varato un piano decennale d'investi.menti agricoli, per complessi"i 700 mi1iardi di dinari, al fine di rimediare al lungo abbandono in cui era ri– masto il settore; e nel maggio dello stesso an_no fu decretala la cosiddetta seconda riforma, che abbassò il linùte massimo delJa proprietà privata a 10-15 ettari. Dal 1952•'53 ebbe anche inizio - lentissimamente - la nuova politica di socializzazione volontaria e di cooperativizzazione libera e gra~ duale: che sta dando i suoi {rutti in questi ultimi anni e si accompagna tultora a fre<(uenti assicurazioni governative: anche recentemente, il mi– uistro dell'agricoltura, dichiarava che « al contadino jugoslavo, il cui spi– rito di libertà à dato buona prova di sè da tanto tempo, lo Stato non à inlenzione di giocare alcun brutto tiro ». Le facilita:.ioni allo .svilu.ppo del settore .socializzato - costituenti il mezzo di pressione indireua con il quale lo stato cerca di portare i conta• dini a meno antichi metodi di coltivazione, se non, o prima ehc, a moderne forme di associazione - sono di varia natura: priorità nella assegnazione dei fertilizzanti, delle macchine, di ogni sorta d'attrezzature, e a prezzi di favore: sostegno ai prezzi di produzione ( tre dinari al chilogrammo per il frumento, sessanta per la carne); agevolazioni creditizie, sia come im– porto che come tasso d'interesse. La principale caratteristica del processo di modernizzazione della agri– coltura e dell'allevamento, in corso io Jugoslavia da ormai un decennio, è l'impiego contemporaneo di tutti i fattori di produ:ione e <li rendimento, da quelli specificamente tecnici a queHi finanziari, nonchè il concentra– mento degli sforzi su aree limitate; sinora prevalentemente in Voivodina, dove è situato, proporzionalmente, il maggior numero di fattorie di stato e d.i cooperative. Ecco, sommariamente, le tecniche adottate, i provvedi– menti presi, i risultati conseguili: - nel sellare dell'allevamento, maggiori disponibilitì, di foraggi, so– pratulto in conseguenza dell'introduzione di metodi wigliori per la loro 483
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