Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962
totale di 34,7 milioni di dollari, ed acquistati dall'estero motori diesel e loro parti per 14 milioni; nel 1961 la situazione è migliorata: non è stata effettuata alcuna importazione di turbine per navi, quella di motori diesel ai è aggirata 1 probabilmente, sui 12 milioni di dollari, e il valore delle navi vendute dovrebbe aver superato i 56 milioni di dollari. Tultavia l'ap• porto jugosl~vo a questa industria continua a basarsi su lavori di mon• taggio, o sulla produzione mediante brevetti stranieri. Un altro aspetto negativo della struttura industriale è costituito dalla presenza di un'infinità di piccole aziende, produttrici di uno sV-sso pro• dotto e di uno stesso gruppo di prodotti tecnicamente affini; il che ne ab– bassa la redditività, aumenta le spese, condiziona i salari, frena lo sviluppo della produzione, sia quantitativo che qualitS:tivo. « Occorre passare - à detto Tito all'inaugurazione della Sesta Fiera Internazionale della Tecnica, a Belgrado, nel maggio di quest'anno - a una produzione consorziale di massa; avere una grande impresa e intorno ad essa aziende più piccole, al suo servizio, in modo che tutto <1uesto assieme formi \ID collettivo unico. Quando si tratta dell'esportazione è necessario disporre di una produzione di grandi proprozioni, per poter competere con la concorrenza: duemila trattori all'anno, o duemila automobili, sono poca cosa. Anche se in Jugo• slavia, attualmente, non si può parlare di serie di centinaia di migliaia, come richiederebbe la pura convenienza economica, a produzioni seriali di decine di migliaia è indispensabile arrivare ». A questo proposito facciamo rilevare che in alcuni casi, dove è in atto il sistema di una media azienda, legata ad altre minori per la produzione di parti sussidiarie - sistema definito della cooperazione e lodato per l'accentuata divisione del lavoro, ma che in realtà è il vecchio metodo delle subforniture - si sono verificati. ritardi, disguidi e manchevolezze, che ànno disgregato, invece di agevolare, il ritmo produttivo. La fabbrica di auto e moto-veicoli Tomos, ad esempio, che produce di.rettamente il 50%, in valore, delle autovetture e iJ 60% delle motociclette che escono còl suo nome, è dovuta ricorrere all'importazione di talune parti che il subfornitore nazionale aveva già in produzione ma tardava a consegnare, oppure aveva prodotto differentemente dal campione o di qualità peggiore, con danni notevolissimi: si è dato il caso del ritardo di due settimane nella consegna di un solo pezzo, che è causato alla Tomos una perdita di quat– trocento milioni di dinari. Agricoltura Del territorio nazionale - pari a 256.000 chilometri quadri - il 59% è occupato da terreni agricoli, il 35% da foreste; della superficie agri• cola la metà è arativo, il 30% pascoli naturali, il 12% prati, il resto orli e frutteti (6%), e vigneti (2%), Dei 10,3 milioni di ettari, alla fine del 1960 occupati da coltivuioni erbacce e legnose, soltanto 1,7 milioni appar• tenevano a imprese socializzate e a cooperative, il restante - cioè 1'85% ~81
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