Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962

mercio estero jugos]avo si avviava a conclusione. Così che una nuova inver– sione di rotta, anche se non desiderata, potrebbe diventare necessaria. Le, politico economico iniziotu nel 1961 - dietro invito e pressioni degli Stati Uniti, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca per la Ricoslruzione e lo Sviluppo, del GATT, e in generale della pubblicistica occidentale - con l'unificazione dei cambi e l'introduzione di un sistemu luriffurio dogunalc di lif>Ooccidentale, non si può dire abbia doto i frutti. procltwwti e spernt,i, sia Cuori che tlcntro il paese: l'allineamento dei prezzi interni ai livelli internazionali ( in realtà a <1uelli ciel mondo occidentale) è avvenuto solo in 1>arte, e oggi risulta di minore utilità, poiehè gli scambi minacci uno di « riorienlarsi )1 ad oriente; il costo della ,,ita, che secondo i calcoli delle autori1à, avrebbe dovuto salire di un 5-6%, è invece balzato tre volte pili in aho e non si è uncora arrestato; e l'economia tli mercato, col suo mito della libera concorrenza naturalmente capace di sanare ogni situazione, in Jugoslavia - paese a industria recentissima e agricoltura an– tica, ma teso in un serio sforzo cli ammodernamento e di svilu1>1)0pianifi– cato, non solo economico, ma anche sociale - ii servito assai meno del previsto; anzi, per molti aspetti sta rivelandosi dannosa. La combinazione di <1ucsti risuhali negativi con il regresso della pro– duzione agricola ì1 invece scn•ito all'ala (( dura >) dei comunisti, [autori della direzione accentrata e dei metodi amministrativi, per rar risentire la loro voce, addebitando lulln la crisi odierna all'abbandono del vecchio sistema e ull'a\•vicinamcnto all'occidente; voci di 1Hotcslu delle quali il governo, questa volta, deve lener conio pili che in passulo, ludustria Dal l 948 - anno in cui le più 1>csanti conseguenze della guerra erano state superate ma che segna l'inizio di nuove difficoltà politiche ed econo– miche, derivanti dal conflitto ideologico con l'URSS e con le altre demo– crazie popolari - al 1961, il volume complessivo della produzione indu– striale è cresciuto del 230%, la produzione mineraria è aumentata del 166%, <1uella dell'industria di trasformazione del 225%, l'industria ener– getica (eleltricità e gas) del 367%; e la 1>roduzione agricola globale (11lle– vumen10 com1,reso) del 23%. Sono risultati da\'''ero notevoli, se appunto si tien conto del dissesto provocato nell'intera economia dall'improvvisa interruzione delle forniture, specie di beni strumentali, dai paesi dell'or- 1,ita sovielica, della necessitù di trovare nuovi sbocchi ai 1>rodolli nazio1rnli, nonchè della volontà jugoslnvu di collaborare econornicamentc con il mondo occidentale, senza aderirvi polilieamentc. Le grandi dilficoltà di <1ucgli anni sono state vinte seguendo una slruda clic si è dimostrata, tutto sommato, <1uella buona; <1uelle odierne sono mi– nori ma cadono in un momcnlo parlicolarmenle èlelicato per la strullu– razioue del commercio internazionale. « Oggi, quando la divisione in bloc– cl1i si sia lrasfercndo e a1>profondendo sempre 1>illanche in cam1>0 econo– mico, il prezzo che la Jugoslavia deve pagare - à detto il ministro dellu 479

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