Volontà - anno XV- n.6 - giugno 1962

Ed invece, non solo nulla si tenta itt questa direzione, ma ne,nm.eno si allentano i legami economici e militari che le democrazie intraUengono col deprecato regime. A parole si è sol.idoli col popolo in rivolta, nei fatti si è numute,rgoli def suoi camefici. Si traua quindi di una soli<larietà convenzionale ed i.pocriu, al pari di quella conumisla che prende pretesto della situazione spagnola ver rilan– ciare il suo carrozzone elettorale del fronte democrntico ma con le orga• 11izznzio11idi massa clt.'esso co11trollanon muove alcuna pressione concreta. Si.mbolico a questo proposito c1uelloche è avvenuto in Italia, dove fo CGIL /u, incciricato il governo di trasmeUere a Franco l'indignazione dei fovo• ratori italiani, proprio negli stessi giorni in cui il minist.ro Andreou.i si i11co11travacon un generale spagnolo in amichevole colloquio. L'indigna• zione dei lavoratori italiani è su,ta deposta in buone mani. Al di là ciel/e direzioni politiche dem.ocratiche e co11urnis1.e, una vera ecl nppassio,wta solidarietà il popolo spagnolo la trova in t1ttte le masse lavoratrici e nella coscienza e/egli uomi1ti liberi. Nelle 1tuwifestazioni di Ronw e di Genova il popolo ha purteci.palo con evidente entusiasmo ed un vero plebiscito dell'intelligenza europea si è avuto con l'i,riziativa della amnistia ai. prigionieri politici spagnoli. Proposi.e di azione concreta sono pc,rtite dalla base delle organizza::.ioni sindacali, come quella clei portuali di Genova che lwnno chiesto il boicott<lggio delle ,wvi spagnole, sebbene lllli proposte si. siano perse ,rei mecwdri ciel funzio,wrismo simlacnle. Ogni spinta di a::.ioneconcreta a fc,vore della Spagna rimane bloccai!, dall'inerzill dei dirigenti politici. E la ragio11edi questa inerzia ben la con.oscicmw: se si trot.tasse sol– tanto di att.uare una democrazia formale il gioco sarebbe fatto da tanto tempo, m.n in verità si lw paura che sotto fo cappa nere, spiri ancora vento cl'mwrchia. Le democrazie possono andare d'accordo con le cliuature m.c, non possono andare d'accordo con l<, ri.volu::.ione sociale. Quelle, che il popolo spagnolo sostenne contro Franco nel 36 non fu wrn guerra ma una rivoluzione, una vera rivoluzione liberatrice che non lasciò traccia del dominio dell'uomo sull'uom,o. In quegli anni caldi, le terre e le fabbriche dellu Spagna non fu,rono più. dei capitalisti e ne11uneno dello S1.ato che è il più grande capitalista, ,na furono del popolo lavoratore, furono dei con– tc,dini e degli operai che si orgm1izzaro,w in libere comunità agricole e i11dmiriali. E mentre sul front.e si argimwa l'llv(H1znt-c, delle armate fascist.e, nelle cit.t.à e nelle carnpagne la vita si era riorgani::.zc,u, su queste basi mwrchiche di libertà vera e completa. Questa è la gra,ide colpa ciel popolo spagnolo che tutti i governi e tuui i pculro,li del mo1tclo non gli perdonera,1110 mai.: cli cwer dimostrato che la società umana può farne a meno di loro. Son passati tanti anni. nw l'impronta di quello esperienza la ritro– viamo ancora nelle fotografie che ci pervengono dalla Spngna cli oggi che ci rivelano lo sguardo fiero e risofoto cli quei. 11roletari in rivolta; e piit <rncora la ritrovfomo nelle loro dichiarazioni: « noi 110n ci fermeremo 322

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