Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962
La superficie d"Tsraclc è di cil"ca 21.000 chilomclri quadrali. 1,ui a un quindicesimo dcll'llalia; il 40% non è ~rri~abilc, ma _è ad_allo a pa– scolo nalurale; il 30% non è ancora slato sc1enltfi~amenle 1s1>e_z1011ato, ~a probabilmenle è sollanto deserlo e deserto restern, per molti deeenm a yen ire• il 27% è lcrreno agricolo, buono per seminativi e afTorestamento. li' reddito nazionale è dato per il 30% dall'induslria e dalle cosini· zioni, per il 23% dallo Staio e dagli enti collegati, per il 29% dai servizi commerciali e finanziari, soltanto per 1'11 % dall'agricoltura, per il 7% da trasporli e comunicazioni. Il reddito medio mensile pro capite, 1rado1to in una moneta interna– zionalmente comparabile, può stimarsi intorno a 45 dollari ( pari a 28.000 lire italiane) cd è tJtollo superiore a quello di tutti gli stati vicini, 23 dol– lari il Libano, 15 l'Iraq, 14 la Siria, 12 PEgillo, 10 la Giordania. Tut• tavia va tenuto presente che il reddito tiella minoranza araba in Israele è l?robabilmente soltanto un terzo di quello medio nazionale: intorno a 15-18 dollari mensili, per persona. Perchè <1ues1ecifre abbiano un signi– ficato, si 1enga prcscnle che il reddito nazionale medio italiano è intorno ai •tO dollari al mese, mu con queste differenze: 1>iÌIdi 50 per l'llalia Settentrionale, circa 20 per il Meridione e le isole. li conuocrcio estero è strutturato, per grandissime lince, in questo modo: il 90% delle importazioni è costi1ui10 da beni slrumcnlali e d'in• vestimento, solo il 10% da beni di. consumo (il che indica una sanissima politica commerciale, per un r>acsc che deve s,·ilupflnrsi ccouomicamcnlc, 1>artcndo dal poco o dal nulla); le esportazioni sono formale per il 70 da manu(atti dell'industria ( 28% diamanti), per il 30% eia prodotti agricoli ( 22% agrumi). Il 29% delle importazioni 1no,·iene dagli S1ati Uniti, il 14% dalla Germania occidentale, il 12% dalla Gran Bretagna; questa assorbe il 17% delle esportazioni israeliane, seguitn dagli Stali Uniti, 14%, e <lalla Gcrmanin occidentale. 10%. Questa distribuzione ;cografica del commercio estero, ussicme agli aiuti, ai prestiti, alle riparazioni pagate daUa Germania di Bonn. indica molto chiaramcnlc il grado di dipendenza effe11iva di Israele dal blocco occidentale; e ciò al di là delle dichiarazioni ufficiali, del resto sempre pili scarse, di neutn1lità. Nel decennio 1949-59 l'afflusso di capitale estero è slato pari a 3,1 miliardi di dollari. di cui 2,~ miliardi u titolo gratuito; i ,uezzi raccolti dal Fondo Ebraico sono assommati a 880 milioni. le ri1>arazioni tedesche, sia allo sialo che ai pri\'ali, n 725; il governo statunitense ha dato quasi me..:zo miliardo. Com1>lessivnmen1e il 60% tlell'npporto di valuta estera è venuto da governi stranieri o da enti i11ternazionali. il 40% soltanto da privati; il che potrebbe essere uu segno che l'csis1e11za d'lsracle sta ormai piìi a cuore ad altri stati, che agli ebrei della diaspora. Fnccndo una media della popolazione israeliana durante tuie periodo, ne risulta che ogni israeliano ha rice,•ulo, tra prestiti e aiuti, la bella somma cli 2070 dollari, cioè quasi 1.300.000 lire italiane. Tel 1960 la Germania occiden• mie - <1uella orientale non dà nulla, anche pcrchè non è riconosciuta: è difficile, infatti, riuscire a dar qualcou a chi s'ostina a negare che l'offe– rente esiste - ha contribuilo con 180 milioni di dollari. 244
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