Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962
l'l % arabi druzi; in tutto, gli arabi sono 235.000. Ma l'annuario statistico israeliano di arabi non parla mai; la popolazione è composta da ebrei c altri, e questi sono suddivisi nel1e diverse religioni; talchè risulta una 1ituazione stranissi.ma; che uno stato - il quale: è circondato da quaranta milioni di arabi, ne ha 235.000 entro i suoi confini, da <1uinclici anni è soffocato dal problema arabo e preoccupato daJJa lotta anche armata contro di loro; ha deputati che parlano arabo, pubblica giornali e riviste, organizza trasmissioni. radiofoniche in arabo - ufficialmente degli arabi non ne riconosce neppure l'esistenza. La ragione del silenzio è anche di indole teorica, naturalmente: se gli ebrei non sono una razza ( il che è giusto), anche gli altri non debbono esserlo, il che è molto meno esatto; 1>oichè in qualsiasi libro di geografia umana, si tratta degli arabi come di popolazioni di razza semitica: senza alcuna volontà cli offenderli, sol. tanto per comodità di comprensione corrente. Comun<1ue, se non per gruppi. etnici, per lingua si potevano benissimo dividere gli abitanti del paese; ma tale divisione avrebbe messo in evidenza, limpidamente, proprio quanto non si voleva mostrare. Gli ebrei residenti in Israele bono in tutto 1.932.000; quelli cli origine afroasialica ne costituiscono il 29% e assieme agli arabi - cui nssomi• gliano, di cui la maggior parte conosce la lingua, cui sono vicini per scarsiti1 di reddito - formnno una massa di <ptasi 800.000 persone, pari al 37% della intera popolazione d'lsrneJe. Soltanto il 16%, degli ebrei, vive in cam1>agna; gli abitanti dei kib. bulz sono 77.000, pari al 4%; quelli dei moshav 12•k000, pari al 6,4%. Invece gli arabi che abitano nei villaggi sono il 77% del loro totale. Nei tredici anni che vanno dal 1949 al 1961 sono immigrati in Israele 1 milione e 300 mila ebrei; di essi solo uno ogni sette è andato a risiedere io cam• pagna e soltanto uno su ven1ici1H1ue ha scelto il kibbutz. La vocazione agricola e comunistica, ebraica, pare ormai più un ricordo e un mito, una speranza di pochi, vecchì e nuovi pionieri, piuttosto che una realtà in espansione. Nel 1961 sono entrati nel paese circa 25.000 nuovi cittadini il cui costo d'immigrazione si può calcolare sulJe 250.000 lire italiauc ciascuno. I turisli sono passati eia 80.000 nel 1958 a 150.000 nel 1961; il loro up. porto è stimato a duecento doJlari (125.000 lire italiane) a testa, viaggio compreso, probabilmente. Gli analfabeti rappresentano il 17% della popolazione ebraica supe• riore ai 13 anni, il 56% di quella araba, cnlro lo stesso limite di età; u1a con grandi distanze fra uomini e donne: delle donne ebree quelle che non sanno leggere e scrivere sono soltanto il 23%, delle arabe il 75%. Della popolazione israelita un quiulo è capace di parlare soltanto l'ebraico, più della melÌl l'ebraico e un'altrn lingua; un ebreo su selle non sa lo ebraico. Un elemento che contribuiecc ad aumentare la differenza fra i livelli d'istruzione dei due gruppi etnici è l'esclusione degli arabi dal servizio militare, durante il <1uale agli ebrei che ne hanno bisogno viene impartita un'ottima scuola, non solo di lingua, ma di cultura generale. 243
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