Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962

si oppongono, protestano, minacciano di bullarli tulli in mare: a guardare bene e onestamente, in(atli, loro cosa c'entrano? Non sono europei, non sono cristiani, non sono tedeschi: stanno in Asia, sono mussulmani e sono arabi; non vogliono essere colonizzati 1>crcolpa d'altri. Ma no, dicono gli ehrei, <1uesto paese è sempre stato nostro, a partire da tremilatrecento anni (a, 1ant'è vero che c'è scritto anche su questo libro; e nuche recen– temente, un secolo fa, cruvamo ben 5000 iu Palestina [cifra dedotta dalle .s111tis1icheufficiali israeliane; la propaganda sionista ad uso turistico ne porta 45.000]: dunque la Palestina e nostra. Si discute della 1>aee? Ma insomma gli arabi dovrebbero capire che per noi vantaggi e s,•antaggi si bilanciano, Ira stato di pace e stato di guerra. Con la pace le navi dirette ai nostri porli 1>otrehbero allra,,ersare il canale di Suez; esporlerenuuo di pili, investiremmo capitali e tecnici anche nei paesi vicini, Israele diverrebbe il maggiore centro finanziario del medio oriente; non speudercnuno più, come adesso, la metit del bilan– cio statale per le forze armale; i nostri ra'pporti con l'Unione Sovie1ica migliorerebbero, forse questa aprirebbe le porle all'emigrnzionc ebraica, folla di genie istruita, teenicamen1e preparata, utilissima per lo s,•iluppo di Israele; non come gli israeliti d'Asia e d'Africa, che ci costano un occhio della testa per Carli diventare persone ci\•ili. Però però: molti di <1uesti alro-asiatici, sconten1i dcll'esJ)cricnza israe– liana, vorrebbero tornare nei paesi arabi donde sono venuti, portandosi via il \'Blore dell'istruzione tanto costosamente rice,•uta ( un irweslimento in pura perdita, qnindi, per 1sraele); la popolazione araba d'Israele au– mcnlerebbe, saremmo invasi da un'ondala di manodopera a basso 1>rczzo, s1>ic1a1amente concorrente con <ruella ebraica. Col risultato che gli israeliti lascerebbero la terra, concentrandosi nuovamente ue11e loro occupazioni tradizionali (commercio e finanza), ribizantiuizzandosi. E soprallutto grave è il !atto che in condizioni cli pace la tensione psicologica, economica, ideale, fisica - che fa tanto bene allo sviluppo del popolo ebraico e alla sua ricom•crsione a normale nazione - verrebbe II cessare; col pericolo di un generale ritorno al.In « sciatteria levantina ». A parte l'immoralità del porre su una stessa bilancia una pace dcfì– niti,•a con l'attuale stato armistiziale, la Slupi.dità fondamentale di queste tesi ufficiose sia nel pretendere che gli arabi si preoccupino delle vicende o delle conquiste psicologiche giudaiche: agli arabi come agli altri popoli, cosa imporla se gli ebrei riescono a cambiar mestiere, andando contro la millenaria natura del loro car.11t1crc? Se ci riescono, bene, contenti loro, contenti tutli; se proprio non ce la !anno, anche dopo aver couquislalo un pncse_,tulio per sè; anzi, se essi stessi, ad opero del toro go"emo, Slanno grn concrctamenle nllunndo una politica contraria nllc comunità ngricole, cosa possono forci gli estrnuei, arabi o no? Potrebbero venire a tc?crl~ co_nJa schiena piegata sulla terra, se trallassero i goim senza discri– mmazJon1 i ma poichè tali discriminnzioni esislono, s'arrangino da soli: facondo - pazientemente - 1thri mesi ieri, dove sono provala mente brn\'i; urn non mellano fra le ruote della pace il bastone delle loro insufficienze attitudinali. 240

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