Volontà - anno XV- n.4 - aprile 1962

La grande sfida Et o P P o R T u N o, e da un lato anche impressionante, rilevare la profezia che Federico Nietzsche, nel penultimo decennio del secolo scorso, avcv.1 dettata circa l'avvenire politico . sociale dell'epoca in clli ora viviamo. Secondo quel profondo filosofo (uno dei pili incompresi o più Ialsamcnti interpretati) 1 nel se– colo XX In « volontì1 cli potenza >> avrebbe raggiunto il suo acme, cioè la sua estrema pressioue; e di con– seguenza sarebbe stato carnttcrizzato da guerre universali e da profoll<l'e convulsioui politico - sociali. Indubbiamente Iu buon profota. • L'autore del • Così parlò Zarathustra• induhbiamcnte fu una 1Hirsou11lità mollo complessa, 111n tutt'altro che cinica. È 11010 che dn qualche i111cllc1111nlc,nazismo e fa. scismo furono prese1111ui come frutti della filoSòfia niciana; run si trottò d'interpreta• ~ioni superficiali o particolarmente interes– sale. Hitler e Mussolini sono stati superuo– mini nello stesso rapporto di tnrn fumosa candela al cospello del sole. D'altronde sn• rebbe sufficiente la magistrnle critica demoli• triee con In quale Nietz~ehe combattè il dio Stato, oltre che di quella contro le religioni, per contraddire in 11ieno quei pseudo-su– peruomini che dello Stato fecero, e fo11110 tuttora, la potenza più a55<>luta e più intoc– cabile. Che la doUrinn nieinnn del s11pernomo (in fondo piì1 marginale che sostanzinlc della sua filosofia, dilatazione, per cosi dire, della ,ua natura fortemente (K>Ctica)abbia dh•ersi punti deboli, o peggio che si presti fncil– men1e flCr a,·allare 111cgalomt111ie o ambi:r.io11i di1taloriali, questa è mrn ,·eritit. T111tnvin ,la uno studio profondo ed obictti,•o di tutta fo opera nieiana, certamente stalurirebbe 111111 figuro di superuomo he11dit•ersa. Inoltre possiamo affermare che il se– colo XIX, nelle sue idee e nel costu• me, si 1H·olnngò sino al 1914; e la guerra mondiale può considerarsi l'ultima guerra che ha risposto alla millenaria lo1;ica dello Stato. Jn al– tri termi.ui, si trattò ancora cli un conflitto in cui i vinti dovettero pa• gare le spese ai vincitori nel modo, diremo così, classico: cedendo colo– nie o allraverso pagmuenti in oro. Mentre che nella seconda guerra mondiale incominciano ad accen– tuarsi, e in modo uo1c, 1 olc, dei feno– meni inversi e del tutto imprevisti per gh egoismi de11e classi dominan– ti: i vincitori, di buona o di malavo– glia, devono prestarsi a risollevare i vinti; poichè la disperazione di que– sti potrebbe di,,enire assai pericolosa per lo s,,olgcrsi politico . sociale dei vincitori. Fenomeno complesso e as– sai significativo, che all'uomo poli– tico di un tempo si sarebbe prescn. tato assurclo e incomprensibile, In– fatti ai generali del passato impor– tava un bel niente della disperazione dei vinti. Certo souo scaturiti fattori imprev• visti e che destano vivo interesse, al– meno ai più obiettivi o impan:iali studiosi delle faccende umane. Noi, però, intendiamo fare una breve analisi per vedere se nlla bnse della grande sfida economico • militare in atto tra l'orienle e l'occi<lc111e - e che diuturnamenlc tiene in an• sia l'intero pianeta - esistono an– cora fattori classici, cioè cause so– stauzinlmcnte simili a quelle che fu– rono alla base deJle guerre passate. 207,

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