Volontà - anno XV- n.3 - marzo 1962

1\fa lo Stato tende a decomporsi; i J>Opoli aspirano all'abbattimento di ql1esto potere che impcdi!:ice il lo. ro libero sviluppo: essi vogliono la autonomia delle pro, 1 incc, dei co. munì, nei raggrn1>pamcnti operai le– ga1i tra loro da mutui pani. libera– mente accettati. La forma della so. cietà futura poggerà snl libero svi– luppo degli individui in gruppi e dei gruppi in associazioni. l comu– ni nou sara1mo degli agglomerati territoriali, ma saranno un raggrup– pamento d'eguali, federati. Lo Stato verrà pertanto sostituito da uua vi– ta sociale poggiata sull'obbligo di adempiere un contrailo concluso: la anarchia è inevit;ibilmente il prossi– mo e piì:1 alto grado della umana rvoluzione. La propricti,, è divenuta un osta– colo per il progresso dell'umanitf,. La crisi, un tempo passeggera, è cli– venula cronica: milioni rl'uomini :::~:nt~~vor~, disoccupazione per- La proprielà privata è una ingiu– slizia. Tulle le ricchezze acr.umula– te sono il 1>rodotto d'el lavoro di tutti, dell'a1tuale come delle prece– den1i generazioni. Essa, legata in– timamcnlc allo S1ato - il regime politico è sempre l'espressione e la consacrazione del regime ecoriomi– co - è una formazione slorica SOl'ta parassitariamente in mezzo alle li– bere istiluzioni dei nostri a,·i. li caos economico però non potr:1 durare a lungo perchè j l:woratori hanno ca1>ito che la classe p:overna. tiva è incapace di comprendere le loro aspirazioni, di gestire cioè le indus1rie e di organizzare la pro– duzione e lo scambio. Uno dei trat– ti caratteristici del nostro secolo è la nascita del socialismo e l'affcr- 1uazione sempre pili estesa delle i– dee socialis1c in mezzo alla cla!:isc operaia: la proprietà privala è, clt111- c1uc, destinata a scomparire. Il J>rossirno e piì1 allo studio del– l'evoluzione umarrn sarà incvitabil• mente non solo l'anarchia, ma il comunismo anarchico: la te11denza alla libertà economica cd a quella politica sono le due espressioni del medesimo bisogno d'uguaglianza, bisogno che è la base di tutte le lot– te a\'vcnute nella storia. Il futuro grado d'e,,oluzionc unHurn conosce– r;, soltanto la pro1>rie1ii sociale: la società futura sarl1 comunista. Il co– munismo, però, non sarà quello del co1weu10 o della caserma, ma il co– munismo libero, che mctleri1 1 a di. sposizionc di tutti, i prodotti raccol– ti e fabbricati in comune, lasciando a ciascuno la libcrti1 cli cousumarli come meglio piacerli. Si sa che non si potrì1 giungere a questo stadio senza for1i scosse: oc– corre, cioè, la Ri,•oluzione social{' (1>resa di possesso da parte del po– polo di llttla la ricchezza sociale ed · abolizione di tutti i poteri), la quale non sari1 di breve durala, perchè, al• la clistrnzioue dovrì1 seguire la rior– ganizzazione. I piìi immaginano la Rivoluzione o come un (< governo rivoluziona– rio >> eletto dal popolo, o come u. na « dittatura rivolu~ionaria >,. È impossibile ad un popolo insor10 darsi, a mezzo delle elezioni, un ~o• vcrno che 11011 sia una palla al pie– de, specie quando bisogna compie– re quella immensa opera di rigene– razione economica politica e mora– le, che è appunto la Rivoluziou~ so– ciale; d'altra parte, anche la (( dit- 175

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