Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962
vita - dico ciò ctl di lì, del fotto compiuto d'Isrctele - non è umano; ed è peggio quando è anche inutile, come iu questo caso. Per un europeo di media civiltà e cultura, inoltre, non è grndito l'in• contro, troppo frequente in Israele, con obelischi, lapidi, monumenti allo eroismo e al valor militare; la nostra storia è troppo piena di guerre dome-– stiche e le nos1re ciuì, e i nostri villaggi di bruttissimi monumenti a cad'uti, martiri ed eroi, pcrchè non proviamo, anche qui, irrefrenabilmente, un senso di t·epulsione e di disgusto. Un obelisco - uno dei tantissimi subiti (perchè la fermatina era d'obbligo) - ricorda il sacrificio di cinque o sei ebrei periti in una imboscata: ebbene, la prima cosa a venire in mente (a me, come agli arabi che ci passano davanti ogni. giorno) è che anche molti ·arabi sono caduti nelle imboscate degli ebrei; se anche gli arabi impiantassero le loro steli, in certe zone d'Israele non si potrebbe pili circolare, con tale dovizia di amori patriottici. Mi dicono gli amici ebrei che in loro il patriottismo non è forma, è contenuto, per cui anche le pietre con gli elenchi dei caduti di ieri fanno parte integrante della vita di oggi, del panorama, del loro paese; lo capisco, ho visto altri modi di patriottismo assolutamente sincero e primitivo, nell'URSS ad esempio, e parzialmente giustificabile (come in Israele), 1>erchè son quasi sessanta anni che i russi devono difondersi soltanto d'a due nemici, cli eg1rnle ambi. gua civiltì1 1 come sono i tedeschi e i giap1>onesi. Ma del patriottismo, noi abitanti dell'Europa occidentale, abbiamo ormai soltanto fastidio, poichè conosciamo troppo bene la sporcizia che c'è dietro, poichè abbiamo troppo spesso visi.o come fosse obbligatoria• mente dolce e decoroso morire da cani adesso per una causa e un alleato, dopo un'ora per un'altra e per altri, mentre quasi sempre i capi riusci. vano a scappare (perfino l'etimo è lo stesso, si noti) sempre coi soldi. Per ciò davanti agli eroi restiamo per lo meno perplessi; e in Israele com. prendiamo invece i monumenti vivi, "asti e verdi, segni. di civiltà, cli fede nella terra e nel futuro, costituiti da zone rimboschite, e dedicate ai martiri veri d'una ferocia assurda e meccanizzata. Come le colline presso Hazorea, nella valle di Jeueel, tornate verdi a ricor<lo d'elle « madri israelite sterrninate in Europa » o la Foresta dei Martiri che sta nascendo intorno a Kisalon, presso Gerusalemme, a memoria delle vittime del nazismo: comprendente un milione di piante per un milione di bambini ebrei, uccisi dai tedeschi. Anzi il rimboschimento è una delle realtà più belle e degli aspetti piìt caratteristici d'el panorama israeliano, auche al di fuori di ogni riferi. mento nazionale, e tale che distingue nettamente Israele dagli altri paesi mediterranei. In esso si mescolctno - anche in piena estate - il bianco– grigio dei sassi e delle rupi, il verde chiaro dell'erba, il verde appena più scuro dei pini: qua piccoli come bimbi che corrono su pei monti, là già saldi come nomini in marcia. In uno dei punti più belli della mezza montagna israeliana, dove la strada d'a Affula s'inerpica verso il passo che dà su NazUretb, i] contrasto fra le pendici sassose e riarse e quelle già chiazzate di verde e popolate dalle brevissime ombre delle nuove piante 11'1
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