Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962
torio, dopo il quale comincia il Libano; sulla nuo·va strada di montagna che segue il confme libanese {in qualche punto soltanto a pochi metri dal cippo confinario), sin dove precipita nella ,•er<lissirna valle dell'alto Giordano; quindi a Safed, la 1>iù alla città d'Israele, con il suo vecchio quartiere dalle viuzze ripide e strettissime, pieno di preziose sinagoghe, e di scuole della Legge, con il vasto parco pubblico, che si arrampica sino al sommo di una altura. Nel parco c'è una fonte di acqua minerale altamente benefica, di cui però chiudono i rubinetti nou appena arriviamo noi, cioè una quarantina di persone sporche e assetate da molte ore di camion; tuttavia ci rifacciamo nei numerosi bar della via 1>rinci– pale, con l'acqua gassata: deliziosamente ghiaccia e a sole cinque piaslH' (tredici lire) al bicchiere, prezzo fisso per tutto Israele. Nelle sinagoghe e nelle scuole vediamo, attraverso le finestre e le porte aperte sulle straducole, soltanto qualche vecchio dagli occhi vivaci; jn una sinagoga il ragazzino che ci guida ci consiglia di star quieti, a noi nomini di mettere il cappello; alle donne di. ind·ossare gli scialli (apposi– tamente disponibili all'ingresso) e di non spingersi troppo nell'interno ... 1>crchè in questa c'è il rabbino, che altrimenti. farebbe delle storie. (È curioso notare come da una religione tanto misogina come l'ebraismo - fondamento ultimo dell'inferiorità della donna persistente in tutta Ja società cristiana: le donne non possono partecipare al culto, come gli uomini, ma soltanto assistervi in uno spazio loro riservato - sia 1rnto l'unico stato al mondo in cui le donne abbiano quasi gli stessi diritti. e gli stessi doveri dei maschi, compreso l'obbligo del servizio militare). Accanto alla porta d'ingresso delle sinagoghe c'é pure un rozzo attac– capanni, un piccolo lavabo, e un asciugamani pulito: segni simpatici di una nettezza esteriore, oltre che de1la incontrollabile purezza jnteriore; sni banchi di legno antico addossati alle pareti sono sparsi logoratissimi cuscini, a facilitare le lunghe preghiere, e bibbie vecchie di uno-due secoli, stampate in Russia, Polonia, Germania, e paesi Baltici; così odorose di migliaia di mani, cosi antiquariamente belle, che il mio spirito d'italiano si. trattiene a fatica dal metterne in tasca un paio (una per me, una per un amico). Dietro il tabernacolo coi testi sacri e preziosi (davvero, i. 11 questo caso, perchè a Safed ci son rotoli che risalgono ai grandi maestri della Cabbala) un vecchio rabbino con cappellaccio e palandrana nera siede all'estremità di una lunga tavola, legge versetti del Talmucl accom– pagnandone la cantilena col tremante dondolio di tutto il corpo, ne spiega il significato, in yiddish, ai due discepoli presenti (d'età non inferiore ai settant'anni); e s'arresta gettando un lungo sguardo sdegnato, senza una parola, soltunto quando nuo di noi, già troppo allegramente rumorosi l)er la sacerlà del luogo, si siede al1'altro capo del tavolone in atteggia– mento di ascolto; non per sfottere ma proprio per ascoltare, riposando un poco. È interessante, a pro1)osito di religione in Israele, l'approccio fonda– mentalmente laico con il quale la massima parte degli ebrei - cioè la genie normale, non i rabbini o i pochi rigoristi delJ'ortodossia - pl'en-
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