Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962

come <1uello di San Gennaro, si ripete puntualmente ogni auno. A Napoli è il sangue del santo che si liquefa; nelle cl1icse d'Italia è l'obolo dei fedeli che si trnsformu in decine <li milioni di lire. Nel 1950, di milioni ne furono raccolti 125, che salirono a 171 nel '54 e n quasi 187 nel '56. È un capitale rnggrnnellato con oboli di poche lire, un capitale che, come scrisse il bolleuino della Cattolica nel gem.rnio 1955, è attinto dalle « povere tasche dei 1>iccolie degli umili »i di quelli, cioè, che non possono mandare i loro figli neppure alle scuole medie e neanche alle elementari. [ milioni della giornata universitaria. 1>erò,11011 baslano, nè il bilancio è pareggialo dalle decine di milioni di lire che gli studenti pagano ogni mmo per l'iscrizione e le varie tnsse. Chi permette, nllora, alla Cattolica di so1>ravvivere? Chi le dà il dnnnro che annualmente le serve per pareg. giare il bilancio? Chi glielo ha clato nel passato? Non lo so. Non è facile saperlo. Non. lo sapevo neppure padre GemeJli: • Io stesso non lo so dire, - scrisse il frate nel numero di marzo di Cronacl,e dcll' Uniuersilci Cattolica. Sono arrivati [i milioni] da mille rivoli. Sono state anime generose, che dando uon hanno ,•oluto nemmeno un ringraziamento ... ». Questo ritratto dell'Universitì, Cauolica del Sacro Cuore, dell'Univer– sitit medievale di padre Gemelli, non presume di essere completo. Non ho, 1>cresempio, neppure sfiorato <1ucllo che Il Borsbese, con borghese ardimento, ha osalo definire il « sinistrismo >> di Gemelli e della Catto– lica; nè mi SO!lO occupato del pensiero scienli{ico di [ra' Agostino (nella 1>sicologia, nel diriuo, nella mediciua, eccetera) e del ,,alore dell'insegn3• mento della Cnt1olica sul terreno della formazione protessionale dei gio– vani. Ma è un discorso che, prima o poi, bisognerebbe fare. Ritengo tultavio che qnesto ritratto sin sufficiente n far luce sn nn'is1ituzione e su una personalità che tunlo hanno conlribui10 u formare la nuo"a classe dirigenlc democristiana. na considerazione semplicissima bns1erà, infine, per quel giuramento antimodernista che la Cnuolica impone ni giovani che sianno per couscguirr la laurea. Ai laureandi l'ateneo chiede inuanzilutto quella « profossfone di lede» che fu imposta ai fedeli da Pio IV con la bolla Jniunctum. nobi.5 il 13 novembre 1564. I laureandi cle\'ono pronunciare poi il « giuramento contro gli errori del modernismo », che risnle al l° settembre 1910. Sono <l"uedocumenti 11011riassumibili, e del rcslo diffusi a migliaia di copi<· in un opuscolo compilato da Gemelli e da monsignor Olgiati, un libriceh10 che spiega « iL significato e l'importanza » della profossione di fede f• del giuramento, cd è fornito allo studente che sta per terminare gli studi. Come la profe~sione e il giurame,uo possano conciliarsi con lta 1< liberti, spiritunle » di chi li emette, è uno di quei misteri che solo 1·hi ha [ede può capire. Non per nulla, del resto, nell'atrio dell'Uni\'ersitit Cattolica, in ,·ia Snnt'Agnese a Milano, in quel grande palazzo che [u per decenni convento delle suore Umiliate, s'alza, nera e cu,,n, In statun di Rosalcs, simbolo del pensiero medioevale neJln predicazione contro l'errore, cioè contro la scienza, contro l'intelligenza dell'uomo libera da ogoi vincolo di fede. Do:oi1e.N1co TARAr..nN1

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