Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962

anzi era paterno e benevolo con lei. La Sorella Maggiore poté ottenere, perciò, il consenso della Santa Sede a promuovere in tutte le parrocchie d'Italia una (< Giornata Universitaria » annuale per raccogliere l'obolo dei fedeli, uonchè il consenso a istituire un'associazione degli « Amici dell'Università », sempre per raccogliere denaro. Rievocando queste cose, padre Gemelli scrive: « lu seguito, quando la Cassiera Gli accermò un progetto di organizzazione degli ' Amici dell'Università', 'ho capito, disse in tono scherzoso il Pontefice. Voi volete che anch'io m'iscriva'. 'No, Santità - protestava piit o meno sinceramente la Cassiera - conosco l'auguSla povertà della Santa Sede. Imploro solo l'appoggio morale '. ' Eh, no - replicò gravemente Bene– detto XV, - è giusto; il Papa dev'essere il primo Amico dell'Università. E subito consegnò trentamila lire per l'iscrizione tra gli amici fonclatori ». Mollo più delicato e difficile il terzo problema, quello del riconosci– mento dell'università da parte dello Stato. rei 1920 il potere 1>Ubblico in Italia non era ancora caduto nelle mani dei cattolici, uè dei lascisti. D'altra parte, i cattolici avevano verso la scuola pubblica quell'atteggiamt:nto critico di cui si è visto un esempio nella demmcia di Ferrini e nella predica del conte Dalla Torre. Pertanto, se avessero chiesta l'autorizzazione a i~titnire una propria universitì,, il suo riconoscimento e l'equiparazione dei suoi titoli di studio a <1uell.idelle università statali, non nrebbero ottenuto altro che l'indignazione del ministro della P. I. La loro richiesta uon sarebbe staia che un'offesa agli istituti universitari dello Stato. Bisognava agire con prudenza, aggirando pazientemente ogni ostacolo, per mettere poi tutti dinanzi al fatto compiuto. La strategia fu studiata e magnificamente applicata da Filippo Meda. L'ex ministro delle finanze propose al comitato promotore di fondare innanzitutto un is1ituto di studi superiori: ottenutone il riconoscimento, l'università sarebbe stata cosa fatta. Il piano era semplice e intelligente, nello stesso tem1>0. Avrebbe Corse 1>otuto esser sventato dall'accortezza del Ministro della P. I., ma il ministro non se ne accorse. JI comitato cli padre Gemelli fondò quindi l'l$lilulo Ciu$eppe Toniolo, il cui slatuto, redatto da Filippo Meda, stabiliva che l'istituto aveva, tra l'altro, il compito di fondare « Corsi di insegnamento superiore per adde– strare i giovani nelle disci1>line filosofiche, giuridiche e sociali >1. Subito dopo la fondazione, Meda chiese il riconoscimento dell'istituto come ente morale. E presto 1'011en11e.11 24 giugno 1920, Benedct10 Croce, ministro della P. I., e l'on. Fera, Guardasigilli («un massone notorio >1, nota monsignor Olgiati), controfirmarono il regio decreto che attribuiva all'istituto Toniolo la qualifica di ente morale. Fu un grande giorno, per fra' Agos1ino 1 per i suoi collabora1ori, 1>er la Chiesa. La tanto sospirata universitit poteva dirsi ormai falla. Pochi mesi dopo, nel 1921, l'istituto apriva l'universitit ciel Sacro Cuore e ne chicd'eva il riconoscimento giu– ridico dello Stato. I laici furono cohi di sorpresa. Levarono proteste alte ma inutili. Meda chiuse loro facilmente la bocca con una precisazione su Civitas, il suo 81

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