Volontà - anno XV- n.2 - febbraio 1962

Trn gli altri, il giornulc Lombarclia, col titolo « Medico socialista milauesc che si fo frate», scrisse: « ... quasi d'un trntlo, il giovane cultore di scienze positive, il sociologo ardito fino al collettivismo, lo scenico iu materia di fc<le, prende n frequentare chiese e conventi ... ». A sun volta, il Tcmpu, gionrnle di Turnti, mise in chinro le cose scrivendo il 27 novem– bre 1903, col 1itolo t< JI suicidio di un'intelligenza )l: « li Gemelli. ern un irritabile e un sensitivo; le cose producevano SlLl di lui cervello in11>ressioni tanto violente che non rwevano tempo di coordinarsi o subordinarsi alle precedenti e for.tando ogni 1>recedente ostacolo si riflettevano in iscritti ed in impulsi impro, ,vi.si e disordiunti. La discussione travolgeva tosto in cotwulsione e congestione. Di qui un e<ruilibrio mentale sempre i11s1nbile ». Questo ritratto, ancora oggi che fra' Agostino non c'è pili, non ha subito l'usura del tempo. Alrimprovvisa pazzia ricorse la famiglia Gemelli, chiedendo l'inter– vento della magistrnturn e facendo tutto il possibile 1>er ria\'ere il figlio. Naturalmente, ogni sfor.f.O (u ,,ano. JI µndre poté solo, dopo non poche insistenze, riust.:ire a \'edere per qualche momento il figlio diuanzi alla porta del c;o11ve1110 di Rc;1,;1,arn, alla quale il novizio s'affacciò protetto d'ni confratelli. E invano Renato Simoni, inviato dal Corriere, chiese di parl1u·e col fraticello: il padre superiore gli fo l'lcco di sorrisi, ma lo licenziò rifitllandogli il permesso, pcrchè il con(ratcllo « non voleva es.sere distolto dalle meditazioni dello spirito ed era ormni così lontano dal mondo ». Cinque anni dopo, il 18 marzo 1908, l'ex medico (uggi10 di casa, diventato fra' AgoS:tino da Milano 0.F.ì\f., celebra\'a la sua prin1a messa nel santuario milanese di S. Antonio, n Porta Volta. Fra' Agostino non s'ern fotto francescano solo per celebrar messe. Vole,'a ~ere uno dei nuo"i pilastri della Chiesa, e dar battaglia al laicismo iHJI campo della cultura. Pensava, fra l'altro, a unn scuola cattolica di studi superiori, all'università, appunto. Questa dell'università non era un'aspirar.ione nnovn, per la Chiesa e per i cattolici. Dopo l'unificm:ione dello Stato. la Chiesa s'era trovata, in Italia, senza un ateneo in cui formare i suoi <Jundri laici. li 30 aprile 1872, dopo cinque giorni di discussioni, I:., Camera dei Deputati, dn poco trasferita nella nuova e sognala capitale, a due pa!lsi dal Vaticano, votò la soppressione dello facoltà di teologia, istituita dalla legge Casati nel 1859, nelle università statuii. Alcuni atenei avevano i:;iì1 soppresso di fotto <1uclla focoltà, per mnncrmza di studenti. Lu Chicsn, gelosa dello Stnto in ogni settore ma gelosissima nell'insegna. meuto teologico, sconsigliava alle famiglie oattoliche di consentire ai figli di frequentare In facoltà di teologia nell'università statale; d'altra parte, l'interesse per quegli studi era praticamente s1>ento in Italia, tanto che. nel ·72, In popolazione m1i,•ersitaria della bcohi, di teologia di tulto il regno ern cli <1unttro studenti e ventisei insegnanti. La Chiesa tentò allora di aprire un ateneo a Roma, istituendo l'univer– sità vaticana n palazzo Altemps. IL 12 maggio 1876, però, il ministro della P. I., Bonghi, dichiarò illegale l'u.niversitìl e ne decretò In chiusura, « ... considerando che una siffatta istituzione torni agli studenti, che sono indotti a frequentarla, eccessivamente nociva, sia per la povertì, e In sear- 76

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