Volontà - anno XIV- n.11 - novembre 1961

allu formazione del fenomeno in Oc• cidentc, ma solo contestare che essi possano· 1egit1imame11tc considerarsi (( (allori primari e determinanti » della delinquenza minorile, poichè in tal caso c1nes1adovrebbe essere as• sente o quasi nei paesi comunisti, come assenti o quasi sono ormai i (allori suindicati. Secondo noi, l'eslensione della de– linquenza giovanile in Europa Orien- 1ale e l'analogia stretta esistente tra le sue forme e quelle dell'Occidente, p•1ò fornirci un duplice orientamen– to critico: essa deve cioè non solo indurci ad escludere dal uo,·ero del. le <( cause primarie » tulli quegli C• tementi che appaiono soltanto nel• l'uno o nell'altro dei due sistemi so– ciali ( il capitalista e il comunista), ma de"e anche consigliarci a cercare <1ueste cause 1>rimarie tra i fondi\• mentali Callori ambientali e formati• vi che sono comtwi ai due sistemi, presenti nell'u110 e neJl'allro. In quella litania d'antitesi in cui si risolve una qualsiasi comparazio• ne dei due sistemi, balzano agli oc– chi un paio di elementi londamen• tali comuni che, senza ovviamente pretendere d'escluderne ogni altro, vorremmo qui segnalare, sembrando– ci siano finora stati malamente tra• scurati da osservatori e 1>aladini del– l'Est e dell'Ovest: ecluca:io,ie auto• ritaria e repre33ione se3stwle. Sono C'lementi che, a mio parere, assumo• no tanto maggiore interesse per il nos1ro discorso in quanto investono ben pili dircllamcnte, conlinuativa• mente e integralmente di quelli di solito citati, gli strati profondi del• l'emozionalità infantile ed aclolcscen• zia]e. Accusare d'educazione autoritaria i regimi dell'Occidente che vanno co• sì fieri dei propri principi democrr.– tici e libertari o <1uelli dell'orbita sovietica, che vantano d'aver sgomi• nato nelle scuole i pregiudizi scco. lari del dogmatismo religioso instau• rando sovrana la \'Crità scientifica, può sembrare arrischiato e sbrig9- ti,•o, ma solo a prima vista. Quel che distingue una educazione autoritaria da una libertaria, infatti, non sono affatto i « supremi princi1>i >> sban– dierali dagli educatori, ma il mode. in cui questi principi sono concreta– mente interpretati nell'educazione: è nella maggiore o minore libertà di scelta, nella misura d'autonomia, di autodecisione, di autogoverno lascia• la a bambini e adolescenti che si ri• vela l'autentico spirito informatore di un'educazione. Poco imporla che si tributi un omaggio verbale alla ]j. bertà ed alla democrazia, se poi dal– la sfora effettiva di esercizio della libertà di critica e co1uportamento del giovane viene esclusa tutla una serie di « sacri valori » che in\'adono praticamente l'intera esistenza e la 1>roblematica essenziale ( autorità pa• terna, patria, precetti morali e reli– giosi, in Occidente, op1mre obbc• dienza « cieca pronta cd assoluta >> al partito, al governo cd ali'« immu• labile "erità marxisla•leninista », in Oriente). Per scendere a cose più quotidiane, poco importa che ai bam– bini cd ai giovani si illustrino i piit bei versi e i pensieri dei più fieri nemici della tirannide e della ingiustizia se poi i giovani sono co– strett.i, Jetteralmcntc costrclli con la minaccia diretta o virtuale della for– za, ad imparare a pappagallo quei versi o quei pensieri. Purtroppo in questo campo Occi– dente ed Oriente sono nell'insieme su 619

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