Volontà - anno XIV- n.11 - novembre 1961

venire dalla classe operaia e contadi• na. In Ungheria, dove nel '37-'38 so• lo il 2,7% degli studenti universi– tari ungheresi erano di origine Ope– raia e lo 0,8% d'origine contadina, dalle slalistiche governative risultava che ncJ '57-'58 tali percentuali erano balzate rispeltivamcnte al 32,6% ed al 21,2%. E in Polonia nel 1960 i fìgli di contadini cd operai costitui– vano il 21 % ed il 30% della J>Opola• zione universitaria, ma il regime era 1u11'altro che soddisfatto di <[Uesto già conCorlanle progresso e si pro– poneva d'aumentare radicalrncnte en. tram be le percentuali ( Radio Var– savia, 20 maggio 1960 e Zielo11-y S:t.andard del 2 ottobre 1960). Non meno imporlanlc di <1uesta rivoluzione profonda nei. 1>rocessi formali,,j dei gruppi dirigcnli, era cd è nei paesi comunisti la modifi. c1u:ioue, anzi il rovesciamento, dei tradizionali rapporti di classe e dei cliché! etico-sociali della borghesia capitalista. Non solo, infatti, i regi– mi dell'orbita sovietica hanno drasti• camentc detronizzalo e de1)auperato le borghesie nazionali con la loro polilica cco11omica, ma, con lutti i poderosi mezzi cli pressione psicolo– gica di cui dispone un moderno Sta– to autoritario, hanno rovesciato sui vecchi modelli borghesi di costume, di conq>0rtamen10 e di moralità una massiccia e continua campagna di critiche, di denunce, di sarcasmi, so– stilucndo, a quelli, nuovi clichés di derivazione ovviamente cd invaria– bilmente prolctaTia: basi.i pensa Te alle figure di << eroi >) ed << eroine» cli classe media tipici dell'arte occidcn- 1ale, soslituiti all'Est, seppure con ri• sullati estetici modesti, da « eroi » ed e< eroine» generalmente operai o contadini. 618 Se du1u1uc un complesso d'info. rioritì1 può oggi esistere nell'Euro1>a Orientale tra i giovanissimi, esso non è certo ciel giovane proletario verso il giovane cli classe media, rua vice– versa: poichè è il borghese che si vede sistematicamente cliscriminato 1 colpito negli <( ideali >) familiari, e– scluso dall'istruzione superiore nono– slante il suo migliore pro61to scola. stico, rallcnlalo nella carriera pro• (cssionale e 1>olitica dal « peccato o– riginale » della sua provenienza di classe. Se fosse esalta la tesi della deri– vazione della delinquenza giovanile da un « senso d'inferiorità » a cn– rnltcre classista, dovremmo constata– re nei paesi dell'Europa Orientale una diversa, anzi, un'opposta compo• sizionc elci ranghi della delill(p1enza minorile: prcvalentemnte proletaria, come è nolo, nei l)acsi capitalisti, es– sa clo,,rebbe essere composta preva• lcutcmcnte di giovani della classe media nei paesi comunisti. Non solo ciò non a,•vienc, ma non si constata nessuna signifìcaliva riduzione nella preponderanza degli elementi pro– letari. Per concludere: l'esame anche sommario della clelincruenza giova– nile euro-orientale basta a nostro av– viso a demolire la maggior J)arte delle tesi paueconomiciste che scor– gono nei prodotti socio-culturali ciel capitalismo ( divisioni in classi, di– soccupazione giovanile, stampa scan– dalistica, cinema sadico e violento, erotismo pubblicitario, isolamento del giovane) le cause dclenninnnti della delinquenza minorile occiden– tale. Beninteso, noi non intendiamo 111Ta1to negare che questi fattori 1>os– sano in <1ualche misura concorrere

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