Volontà - anno XIV- n.10 - ottobre 1961

ciel pieno proponeva la tra:,Cormazionc ciel governo in Consiglio Na:.io- 11afe di Difesa. Lo stesso documento aficrmava: « Creazione della milizia di guerra con carattere obbligatorio e controllo delle milizie per mezzo dei Comitati di operai e soldati formali dalla U.G.T. e dalla C. T.'f. Scm– J)lifìcazione dei comandi, circoscrivendoli alla gestione ed alla denomi– nazione dei tecnici militari. Creazione di una direzione militare unica, costituendo un Conunissllriato di Guerra nominato dal Consiglio Na:.io• ,mle di Di/esn e con i rappresentanti dei tre settori che lottano contro jl foscismo » ( repubblicani, marxisti cd anarchici). JI 6 no,•embre il go, 1 erno abbandona Madrid e si trasferisce a Va- 1cncia. Il compito della difesa della capi1ale ,•iene affidato ad una Giu11ta composta da elementi di tulli i partiti cd organizzazioni, C.N.T. e Gio– \'entll Libertaria comprese. Il 12 dicembre, i1 Co11wndo delle Mili:.ie comunicava alla stampa: « necessità imprescindibile per la nostra guerra è la creazione di un esercito regolare, tenendo conto delle difiercnti orga– nizzazioni in unità complete di battaglioni e di brigate ». Queste unità « saranno le uniche che si riconosceranno ag]i effetti de11a riscossione, restando esenti dalla corresponsione degli averi delle intendenze, quel1i che resisteranno all'inquadramento a ques1e condizioni )). Tale disposizione fu rntificatn da un bando del generale Miaja, presidente della Giunt.a d.i Difesa ( 24 dicembre), nel quale si decretava: (< Resta assolutamente proibito circolare nell'interno deJl'abitato con anni grosse, facoltì1 concessa solo alle forze armate agli ordini dei capi respon– sabili delle unità combattenti cli cui fanno parte ... « I gruppi armati senza 1nissione ufficiale saranno « considerati come faziosi e sollomessi alle sanzioni 1>revis1eda] Codice della Giustizia Militare». A proposito del perfido documento mili1are Solidaridad Obrera del 30 ottobre annunciava che .si stava elaborando un nuo,•o codice di giu• stizia militare da parie delle organizzazioni antifasciste. Il giorno seguente, lo stesso periodico attaccava il decreto di militarizzazione delle milizie che si riferiva all'applicazione ciel vigente codice « mentre se ne elabora uno nuovo ». Diceva Solidaridacl Obrera: « Una cosa è riconoscere, come riconosciamo, la necessità di regolare il capriccio e la velleità dei mili– ziani, di dare una base .seria del senso di responsabilità dei combat– tenti ( ...) ahra cosa è quest'inquadramento impossibile nella cornice distrutta dello stessa sedizione militare». 11 decreto di militarizzazione delle milizie produsse una viva rea– zione tra il volontariato libertario. I 1>iù intransigenti nbbandonarono il fronte. Ma i refrattari che si tro,•nvnno in età idonea ai servizi militari cadevano sotto la legge della mobilitazione, il che rendeva impossibile <111alsiasiscappatoia. Tra l'essere mobilitati per forza e inquadrati nelle odiose brigate comuniste e il potersi scegliere liberamente la divisione confederale, In scelta non lasciava dubbi. Molti giovani in \'ista di essere chiamati per le rispettive classi di reclutamento, si rivolgevano diretta– mente alla divisione di proprio gradimento. Così la Colonna Durruti, dopo la morte di questi, fu trasformata in 26.ma Divisione. Altre colonne confederali del fronte aragonese formarono la 25.ma e la 28.ma Divi- 566

RkJQdWJsaXNoZXIy