Volontà - anno XIV- n.10 - ottobre 1961
volte, offri\•11110 soltanto una resistenzn aleatori«. Scnzn dubbio il lin• guaggio del governo non J>oteva essere pili cspressi,·o. li 18 luglio iu un bando go,•enrntivo veniva precisato: ot ••• è categoricamente proibita la circolazione dei veicoli con persone armate, a qualunque ceto apparten– gano, pena il disarmo e la detenzione di <1uanti non siano pro,•visti di wna speciale autorizzazione per un senizio concreto ». Quattro giorni dopo la presa di Atarazanas ( 24 luglio) una colonna di tremila miliziani volontari, comandati da Buonaventura Durruti e sotto il controllo tecnico del comandante Pcrez Farrns ( repubblicano catalnnistn) si pose iu marcia verso Saragozza. A M11drid, sede del governo centrale, clo,,e predomina\'ano i reJ)ubblicani ed i socialisti, le milizie presero il cauuuiuo ,•erso la Sierra de Guadarr1wrn, ,uinacciate dalle colonne dei faziosi del generale i\lola. Il 1>roblema della guerra prendeva, in quella località, un altro verso. Ai primi di agosto il go,·crno di Madrid pubblicava un decreto di– !poncnte Ja mobilitazione dei gio\'ani dei rincalzi del 1923, 1934 e 1935. 1 mobilitali dovevnuo essere acqunrticrnli e messi a disposizione dei militari di professione. La maggior parte dei giovani si era arruolata volontariamente nelle milizie, mentre ahri. erano disposti ad arruo– larsi o giù combntlcvano al fronte. A Barcellona i mobilitati si ribellarono contro il decreto e In C.N.T. ne appoggiò le aspirazioni. Diecimila cli loro si riunirono in assemblea e decisero di andare al fronte a combatlere, rifiutandosi di ritornare oelle caserme. Odiavano la disciplina di sottomissione ai ,•cechi capi mili– tari, soprattullo perchè non credevano nella bontà e nella efficacia di essa. Non potevano credere nella disciplina di chi era sta10 1 a sua volta, indiscipilnato ,•crso <1uella repubblica cui avevano prcs1n10 giuramento di !cdeltà. La C.N.T. rese pubblico un mnnilesto in cui si leggeva: « on pos– aiamo difendere l'esistenza di un esercito regolare, uniformato, obbli– gatorio. Questo esercito deve essere sostituito dalle milizie po1>olari, dal popolo in armi, unica garanzia verso la libertà che sarà difesa con entu– siasmo cd alla cui ombra non coveranno nuo"e cospirazioni ». Il 2 agosto un ple110 della F.A.I. si pronnncinvn per le milizie popo– lari e contro la militarizzazione. Accettava una « organizzazione nella azione, indispensabile nella guerra ». La controversia fu bilanciata da una posi~ione intermedia. Il 6 agosto il Comitato Generale delle Milizie Antifasciste della Catalogna pubblicava una nota ordinando ai mobili– tati di presentarsi immediatamente e di porsi a disposizione del mede– simo Comitato. La C.N.T. iutcrveunc direllamente nella preparazione mi– litare. I vecchi <1uar1icri militari presero altri nomi: « Dakunin »; « Dur• rnti »; 11 Carlo Marx » i ecc. li personale tecnico del vecchio esercito, epurato dalle organizzazioni e dai partiti, doveva lo stesso presentarsi nei quartieri per decidere sulla organizzazione dei servizi. Tale perso• nale era poco numeroso e di basso livello. Con un accordo tra la C.N.T. 563
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