Volontà - anno XIV- n.10 - ottobre 1961

mazionc di Carlo I (l'imperatore Carlo V). Questi nato ed educato all'estero non conosceva l'idioma spagnuolo. Suo fratello, Plnfan1c Fer– dinando, invece, era nato ed educato in Spagna. L'influenza dell'imperatore Massimiliano d'Austria e della nobiltà fiamminga ebbe grnn peso nel testamento del re Ferdinando H cattolico, che risolse la <1ucstionc con In morte di Filippo il Bello e l'incapacità mentale di Donna Giovanna ( Ciovcmna fo pct:.:.ct). Di fronte al pericolo della guerra civile, e seguendo la falsariga dei rei cattolici, il Cardinale Cisncros creò In milizia nazionale denominala genie cle orclcrw11:.a, successivamente convertita in un esercito di più cli 30.000 uomini. Quest'esercito entrò in azione nel 1520 al sorgere della crisi tra il nuovo re ( e i suoi favoriti fiamminghi) e le Comunità cli Castiglia. Suc– cessivamente l'esercito spagnolo f-u implicato nella serie d_i guerre inter– nazionali intraprese eia Carlo V contro Ja Riforma e contro Francesco [ cli Francia. Le truppe dell'imperatore erano costituite da spagnoli e da mercenari cli altri paesi. Essere soldalo, in Europa o in America, signi– ficava evadere dalla miseria prodotta dalle (requenti guerre causate dalle complicate mgi'.oni di Stato. Più tardi, nel 1591, sotto Filippo Il, le truppe reali entrarono a Saragozza per eliminare i privilegi aragonesi. Nel lM0-46 soffocarono, in Catalogna, una sollevazione provocata dullo stesso esercito che aveva abusato del diritto cli ospitalità concesso alle truppe dal re. L'esercito era lo strumento della Casa d'Austria in tutte le contese internazionali e specialmente in quella lunga ed ostinata contro i pa– trioti dei Paesi Bassi. Nella sconfitta la Spagna pagava con il proprio patrimonio nazionale. Agli inizi <lei secolo XIX, <1uando vi era da difendere il suolo nazio– nale conlro l'invasione napoleonica, l'esercito spagnolo scrisse delle brutte pagine di storia. Ln lunga gucna d'indipcodcnza, iniziata a Madrid il 2 maggio 1808, gravò con il suo peso su tulto il popolo spagnolo e su pochi ufficiali e solcla1i. Solo in America l'esercito sperperò delle energie degne di miglior causa a danno dei legittimi senlimenti di indipendenza di <1uei popoli. Un biografo del generale Espartcro I spiega il disonore del nostro esercito nella guerra di indipendenza con queste dure 1>arole: « li pre– stigio dcll'elerncnto militare uscì menomalo dalla guerra per l'indipen– denza. Se la Spagna si salvò dall'invasione napoleonica, lo fu più per lo sforzo dei civili, del popolo, che si sacrificarono fino al ,nassimo e opposero al grande Napoleone una lotta singolare che lo sconcertò e rese inuLilc tutta la sua scienza tattica e strategica, che per l'esercito orga• nizzato ». Durante la guerra carlista l'esercito si dichiarò liberale. I militari che rimpntriarono dall'America dopo la battaglia di Ayaeucho (che con• 1 Co~TE DI ROlllANQ:<,:f:S: • E!parlcro o cl Generai <lcl puchlo •, Mndrid 1954. 559

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