Volontà - anno XIV- n.6 - giugno 1961

si vedevano sfiorare il viso smagrito di Queequeg, mentre giaceva tran– quillo nella branda; il rullìo del mare sembrava cullarlo dolcemente verso il suo ultimo riposo e il flusso invisibile dcli' Oceano sollevarlo sempre piì1 in alto verso il paradiso al quale era destinato ». Non c'è gioia più esaltante che lo scoprire, il mettere iu evidenza l'u– manità negli uomini pii1 diversi: bianchi, neri, gialli o rossi; cristia– ni, musulmani, induisti, buddisli; montanari e abitanti delle pianure; nomadi e supercivilizzati; più parti– colarmente presso quegli umili, nei quali essa si manifesta talvolta pii1 ingenuamente che in un uomo di profonda cultura; per esempio nel pastorello che ci prcseula Peslaloz– zi: « Il sole tramontava; liscio co– me uno specchio, il fiume s'attarda– va in sinuosi meandri e brillava, lampo d'argento, fra le mon1ag.11edi un azzurro cupo. Arner (il proprie– tario progressista, riformatore di Bonnal) contemplava la vallata: "Ah! come son brulli gli uomini " disse infine. " Qualsiasi cosa si pos– sa fare pe1· loro, non somiglieranno mai a <1uesto paesaggio ". " E' ve– ro, non gli somigliano ", rispose il maestro di scuola. Mentre parlava– no, un pastorello ap1>arve al disotto della roccia su cui si trova\'ano, spingendo davanti a sè una capra. Si fermò, ai loro piedi, e osservò un istante il cielo. Allora, appoggiandosi al suo ba– stone, si mise a cantare. Montagne e "aliate, fiume e sole disparvcro dai loro occhi; non vedevano 1>ii1 che il piccolo cantore cencioso, e Amer disse: "Avevo torto; la bellezza dell'uomo è la piii grande bellezza che esista sulla terra " >J (Leonardo e Geltrude). O anche in queste fotografie, piìi di ci11queccnto, riunite al Museo di arte moderna di. New-York: tutti quei volti, di uomini, di donne, di bambini, di tutti i colori e di tutte le razze! Tutti in uno degli atteggia– menti dell'uomo di sempre e di ogni d'ove! Tutti resi presenti dall'arte del fotografo! Tutte le pene e tutto lo sfor-.to degli uomini! Tutte le gioie e tutti i piaceri degli uomini. Si può in tal modo passare tra una umanitì, fraterna, un'umanità varia e ricca che pur nei suoi caratteri diversi forma tuttavia u11a sola fa– miglia: la famiglia dell'uomo ... I!: questa l'intuizione di tutti i poeti, poeti cli tutti i tempi c di o– gni luogo: poeti che parlano e 1>oeti senza voce: quegli umili che hanno uno spirito aperto, lo spirito della inlanzia. (Avete visto i bambini di tutti i colori di Joséphine Baker, come si amano (raternameute ?). Tutte queste separazioni, nel nord dell'Africa, negli stati meridio– nali degli USA, sono come il prin– ci1>io esclusivo d'el XVII secolo: « cujus regio cjus religio », delle so– prav\'ivenze d'un passato inumano; allo stesso modo che la barriera fra lavoratori e « persone colte ». Co– me se la coltura 11011 dovesse dila– tare la simJ)atia ! come se, in quan– to colto, un uomo non fosse più io grado di scoprire l'umanità in tu1ti gli altri uomini, sia che maneggino la za1>padel contadino, sia il picco– ne del minatore o la saldatrice! Co– me se la vocazione generale degli uomini non fosse quella di accede• re, persouahnente, nei limiti delle individuali capacità, a questa uma- 365

RkJQdWJsaXNoZXIy