Volontà - anno XIV- n.6 - giugno 1961

le materie prime, per solidarietà verso gli azionisti es1>ropriati. Molte vohe erano proprio i capitalisti espropriati, le loro filiali o le centrali stabilite all'eelero, che promuovevano le manovre controrivoluzionarie ponendo delle restrizioni, ai governi democratici, per tutte le macchine o merci destinate alla Spagna popolare o da esse provenienti. Non pochi di questi magnati risiedevano nel territorio controllato dai ribelli. La Spagna, abbastanza (avorita di giacimenti minerali, difettò scm1>re di mezzi· finanziari per creare una propria attività industriale. A questa carenza va aggiunta l'incapacità di tutti i suoi govemanti e la men1ali1à feudale delle caste privilegiale. Lo s(ruttamento delle miniere era caduto nelle mani di concessionari strauicri e, superava, in rcndimcnlo, tulle le altre imprese nazionali. Il capitale straniero era stato impiegato a fondo nelle principali attività di sfrultamento: belga, nelle miniere asturiane; francese, in quelle di Pc1iarroya; inglese, in quelle del Riotinto. Le con– cessioni erano comprate a basso prezzo e, in pochi anni, gli in"estitori triplicavano il loro capi1ale ~ociale. La Spagna poco beneficiava dalla estrazione dei suoi minerali, realizzata con mano d'opera pagata male e venduti alto stato grezzo ai paesi degli stessi capitalisti stranieri. Le ferrovie forono date in concessione alle grandi compagnie straniere, però il governo spagnuolo se ne riservò il progetto. Un dato caratteristico di simili l)rogctti è offerto dalla linea Madrid– Irun (la ,,ia di1>lomat.ica). Quando (u costruita ai tern1>i di Isabella Jl. la compagnia interessata indennizzava i proprietari per i cui fondi p,,ssa\'a In fcrro,•ia, in ragione di 200.000 pesetas il chilometro. I grandi latifon– disti si disputarono, 1>er a\'idità di guadagni, il privilegio di far passare Ja strada ferrata per le loro proprietà. Ne risultò un traccialo tortuoso, lunghissimo ed antieconomico. La stessa regina fece modificare il 1raccia10 originale affinchè Ja ferrovia a11raversasse le proprietà reali. !';: facilmente comprensibile come la rivoluzione fosse cornha11uia dai pcscicani del commercio internazionale. Prima delle protesle internazio– nali e dei movimenti delle navi da guerra inglesi ancorate nelle acque giurisdizionali di Barcellona, la C.N.T. d'ovette subire l'umiliazione di pubblicare una l.ista di ottanta proprie1à straniere da non es1lropriarc. Nell'elenco figuravano negozi, (ahbriche, compagnie e perfino chiese anglicane. Tra queste: Riegos y Fuerzas del Ebro, Sales Pot:i.sicas de Su. ria, ecc. La lista raccomandata non semine ftL ossen,ata dai sindacati dipen• denti o dai gmppi cli lnoratori rivoluzionari. A tale insubordinazione può essere attribuita una de1lc cause d'ella sconfitta. Le collettività erano sorte per im1)Ulso s1,ontaneo dei lavoratori al termine dello sciopero generale. I sindacati raccolsero l'iniziativa e la studiarono amJ)iamen1e nelle riunioni pleuarie (plc,ws). Uuo elci plenos della Federazione locale dei Sindacati di Barcellonn, 1cnu10 ai primi di agosto, decif';e di canalizzare il movimento collettivista. regli stessi giorni un ,,Teno di gmppi anarchici dichiarava: « L'economia borghese, in fo1ale disfacimento, e la dcmocrnzia distrutta politicamente e socialmeute, mancano di soluzioni proprie. Le organizzazioni operaie, particolarmente 358

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