Volontà - anno XIV- n.6 - giugno 1961

vano restare {erme le industrie non indispensabili e incrementare quelle suscettibili di contribuire alla produzione delle armi da guerra (erano requisite dal Comitato Centrale della milizia antifascista) i lavoratori ritor• nando nelle fabbriche procedettero all'espropriuione delle stesse con un alto senso rivoluzionario ccl economico. L'espropriazione fu facilitala dal fatto che molti padroni avevano abbandonato gli stabilimenti nasconden– dosi o rifugiandosi all'estero. Molli di essi si trovavano nella zona nemica. Altri, di questi magnati, furono arrestati o fucilati per i reati commessi contro il popolo. La collettivizzazione dei centri di produzione se<1uestrati fu un auo 11pontaneo dei lavoratori aderenti alla C.N.T. Coloro che avevano rischiato la loro vita nelle barricate non potevano tornare nelle fabbriche nelle stesse condizioni io cui le avevano lasciato. Nelle fabbriche espro1>riate, sulle qual.i sventolavano le bandiere rosso-nere della C.N.T., si formarono istantaneamente comitati di impresa tra gli stessi lavoratori che, affiancati da tecnici di buona volontà, si incaricarono di nssicurare la produzione e l'efficace funzionamento dei servizi. I sindacati della C.N.T. erano orga– nizzali a econda dei settori industriali sin dal 1918 e a partire dal congresso del 1931 erano stai i ristrutturati secondo le industrie specifiche. Questo previdente lavoro facilitò )e esigenze rivo)uzionarie. I centri di produzione di una data industria costituirono imprese che il rispettivo sindacato prese sotto di sè. Ogni industria espropriata ai orga– nizzò in uno sfruttamento collettivo orientato da operai tecnicamente e socialmente più capaci nominati dalle assemblee dei lavoratori riunite nei luoghi di J>roduzionc. Le espropriazioni dei centri di produzione furono precedenti alla consegna dei comitati di « mettere fine allo sciopero e tornare al luoro •· I sen•izi di trasporto pubblici espropriarono le aziende il 25 luglio. I lavoratori dei servizi di acqua, !orza motrice e illuminazione espropria– rono le centrali ele1triche e i depositi il 26 dello stesso mese. Alla stessa data si pronunciarono i metallurgici. Questo prova che la presa di 1>os– sesso dei centri industriali si determinò automaticamente. I ferrovieri si inq>adronirono delle stazioni, delle lince e dei treni il 21 luglio. L'espropriazione delle imprese a capitale straniero presentarono degli inconvenienti in ~ampo internazionale. Per si1uili attività non si 1>roce~ dette all'espropriazione, ma :;,i costituirono dei « controlli operai». Il controllo si estendeva ai conti correnti bancari delle im1>rcsc stesse. La impresa controllata non pote\'a operare con le banche senza l'autoriz– zazione del comitato. Molte imprese straniere erano costitllite anche con capitale cpagnolo, altre con capitali interamente stranieri ma con pre- 1,tanomi spagnuoli come la Sales Potruicas Espa,iola e Sociedad E~pa,iola <le Const.rucciones. Allcncndosi a queste ultime formule di costi1uzione sociale aziendale i lavoratori procedettero all'esproprio. Ciò delle luogo a non pochi interventi delle autorità diplomatiche e consolari. Le industrie monopolistiche lipo C.A.M.P.S.A. (fiialc dei grandi monopoli internazionali 356

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