Volontà - anno XIV- n.6 - giugno 1961

nohre che esiste una forte resisten– za da parte dei tecnici ad una stau– dardizzazionc, specializzazione e normalizzazione ciel sistema proclu1- 1ivo tali, che legando maggiormen– te, anche su questo piano, il paese con l'Unione Sovietica e gli altri stati del mondo socialista, ne renda– no ancora piìa difficile l'unificazione con la parie occidentale. Attualmen– le gli sforzi, nel scllore irwest.irne11ti, sono co11ce11trali in1orno " pochi grandi progetti, per abbreviarne la durala e 1>repararne un facile inse– rimen10 nel complesso dell'econo– mia. Sulla ridu:.io11e dei costi in– sistono continuamente le autorità, sopratutto attra,·erso il risparmio di lutti i materiali impiegati nel pro– cesso produttivo; e per questo ri– guardo ricorrono a paragoni tali, da stuzzicare l'appetito della massa dei consumatori: l'uno per ceni o di metalli non ferrosi, risparmiati dal– l'industria costruttrice di nrncchinc, pennette d 1 importarc mezzo milio– ne cli chili cli caffè o dodici mila tonnellate di mandarini; l'uno per cento in meno di materie prime e ausiliarie, impiegate da tutta l'indu– stria, e<1uivale a un risparmio cli mezzo miliardo di marchi che po– trebbero quindi devolversi ad opere sociali; ecc. L'aumento della produttivitci del lavoro in ogni suo aspetto, tecnico, umano e finanziario, è il cardine su cui posa la realizzazione del piano, con un peso molto maggiore che negli altri paesi del mondo sociali– sta; nel 1965 la disponibilità di la– voratori risulterà diminuita - per l'alto tasso d'invecchiamento della popolazione - di 600-700 mila uni– tà, rispetto al livello del 1959 (7,8 milioni), il che corrisponde a una perdita deJl'ollo per ccuto; tale la– cuna non potrà essere colmata che con una maggiore produui,,ità: sic– chè la produzione industriale per unità lavorati\'8, che oggi è di circa 3300 marchi al mese (contro 3800 in Germania occidentale), dovrebbe salire a 6400. Agricollura È <1ucsto il scllorc più delicato della struttura economica della Ger– mania orientale, come di tutti, o <1uasi lutti, i paesi socia lisi i; ma qui le difficoltà sono maggiori pcr– chè per molti anni esso è slato tra– scurato, gli investimenti sono rima• sti ad un Ji,,ello assai inferiore alle necessità, e la socializzuzione ,tella terra, dopo aver 1>roceduto lenta– mente per selle anni ( 5.400 coope– rative nel 1953, 9.600 alla fine del 1959), si è decisamente av,•iata a conclusione nella primavera dello anno scorso, quando l'arca possedu– ta dalle cooperative, più <Juella del– le aziende statali è arrivata all'85- 90% della superficie nazionale col– tivabile. La resisten:a dei contadini - che si era manifestata, durante l'ultima spinta alla collettivi::a:ione, con la creazione quasi esclusivamente di cooperati"e ciel tipo più basso (mes• sa in comune del solo arativo, ma non dei boschi, del bestiame, delle macchine, degli attrezzi e degli edi– fici colonici) e con l'istituzione, a ,·ohe, di cooperative quasi familiari ( cioè composte da lamiglie impa– rentale, in modo che la gestione re– slassc p.ressapoco quella di prima) - è continuata anche dopo e per certi aspetti si è accentuata. Oppo• sizione alla « raccolta delle pietre » 341

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