Volontà - anno XIV- n.4 - aprile 1961

tali e del trasporto gratuito per fer– rovia delle materie prime e dei l)ro– dotti finiti. L'Alto Adige che nel 1920 ancora ave,,a una economia agro-J)astorale (la secolare tr~dizione del << maso chiuso>) o proprietà indivisibile ha impedito - caso unico in tutto la fascia alpina - la polverizzazione fondiaria e lo spopolamento conse– guente dei villaggi montani, conser– vando un certo henesse1·e economi– co): 38% di prati e 1>ascoli, 39% di boschi, 6% <li colture (cereali, 1>a- 1ate, mais, vite, frulla e ortaggi), )10.000 bovini e 75.000 o,,ini; vide la sua struttura sociale scossa in modo brusco e sopratutto - causa ad effetto - la popolazione di lin– gua italiana passare dall'll % al 35% del 1945. Atth•ità diplomatica dal 1919 al 1940 Già alla fine del 1919 la << Dcul– schcr Verband )}' organizzazione al– logena di sciolta nel 1927, presenta– va un progetto di autonomia 1>er lo Alto Adige. In esso si richiedeva il ritorno della Valle d'Ampezzo all'Alto Adi– ge, l'adozione di una bandiera tiro– lese, la concessione di finanze e mi. lizie 1>ropric, l'esenzione dal servi– zio militare italiano, il mantenimen– to della legislazione austriaca per \'enti :umi, una dieta tirolese con competenza esclusiva per gli affari scolastici, religiosi e burocraùci e J'im1>iego esclusivo del 1edesco co– me lingua e nella toponomastica. Lo stato italiano avrebbe conservato IA vigilanza delle frontiere e la rap– presentanza diplomatica della pro– vincia autonoma (come la Svizzera con il Licch1enstein). Alla testa del– lo 1>rovincia sarebbe accolto un com• missario italiano con la facoltà di presentare alla dieta dei dise~ni di legge a nome del governo ceutrale di Roma. Malgrado un collo<1uio tra il can– celliern austriaco Reuncr ed il mi– nistro Nitti (8 aprilC' ]920) la cosa non ebbe seguito. Nessun inq)cgno di concl'ctare le promesi;c falle sulla scuola, la lin– gua cd mrn certa autonomia fu preso dal go"erno i1aliano cd il problema dell'Alto Adige esce dalla sfera in. teruazionale. ~'ress.npoco veru'anni dopo, la di– cl11araz1one del governo nazista sul– la situazione delle minoranze ger– maniche dell'Alto Adige (Cebbraio 1938) risolle,,ava il problema. Il 2' 1~ giugno 1939 il governo di Hitler richiama in Germania i 10 mila sudditi tedeschi residenti nel– l'Alto Adige, ma il giorno successi– vo ha luogo l'Accordo di Berlino. La legge sulla perdila della citta• dinanza italiana per gli .lbilanli di lingua tedesca residenti nell'Alto Adige (opzioni) fu approvata dalla Camera dei Fasci e Corpornzioni il 7 agosto 1939. La Convenzione Cia– no-Von Mackcusen sull'esecuzione del lrasforimenlo degli optanti per In Germania è infine firmata a Ro– ma il 21 ottobre dello i-lesso anno. Contando le zone tedesche delle provincie contigue di Trento, Bel– luno e dine, gli anuuessi alle op– zioni Curono 267.000 (230.000 su 303.000 abitanti per la sola 1>roviu– cia di Bolzano). Gli optanti per la Germania (votazione del 31 dicem– bre 1939) si elevarono n 190.000 (167.000 nella provincia di Bolza– no); cli questi 70.000 vennero in se- 235

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