Volontà - anno XIV- n.2 - febbraio 1961

QuaM.o ci furono i folli di Cenovo, dei compo1ri.i no11ri ,i riunirono, ,i cercoro. no. ,i 1mirono ad altri, P4!r dt!eidere 1u quello che ,i do-.-rva fare. Del re110 ruio• mo que110 mel0<l0 nei no11ri conttini e con,~ui do-.-e ,i l ,uc.ia piena liber1G di ode1ioM o quala o quat'ollro prop(»la, e .U la,cio cli• o,enuno aprimo lullo quello che 1li pare bene dire, e 11· impe1ni in quel– le ini:ialive che crede ulili. Mo. c"è uno clo. lorou, con,lolHione, cli• è do- .sr.ro ,o(ore e dire: n:on è perchè ,eli impe1ni ,i acttl• tono volontariamente, e moiori 1ono ,iati propoJti do coloro che li accettano, che w,n,eono montem,ti. Di proposte ,iamo ricchi. mo nel fare 1iamo molto poveri. Crediamo che il miglior modo per 113cire dal ri11agnamen10 in cui ci tro• viamo 1ia quello di 11wucni e, « fare ,. Co,l quc,to non voglitmw 1coro,sfore C. P. nè i bravi rompas11i 1lcllt1 Campt1nfo c/1e ,i 1ono recentemente rfonili " Torre del Creco; vo,eliamo 1olo itueri"rci and1e noi. ,in pure tlo lontano, in que1ta di- 1cuuione po1tuma. E o tutti quei comPff• 3ni inviamo il no1tro ,aiuto e l"ou3urio di buon lavoro, La1 liberlà Nell'accomp11n1re il ve.n1me.nto di lire dnquemil1 per Volontà mi permetto di esprimere l1 1)Cnon1le impreaionc .ull1 rivi-511. D1 borahHe libe.r1lc quale .tano lro,·o che llolonti,, ,eguendo 11 modi del giorno, r. troppo ■oc.i■lit:mo meni.re a parer mio non dovttb!MI contaruioarc il problema dcli■ libertà con nwuna ideo– logi■. Con 11 liberti 1i 1rriv1 1111 ,·era ugna• glianz■ percorrendo la 1trad1 niacttra dc.Ila Jcmocruia. Non ci ,0110 tc0rci1111oiedi \'lric aocialitil. Anche Di1mark, Cuglicl• mo 11, MuMolini, Hitler e S111linai prcoc– c,11urono II loro modo del 11roblcm1 10- <:ialc <:on 11111! beneficio della libertà •i è 11oi vi!lo e provato. I 101ir11111omin1ti ,ignori avevano alme. ·no uno uopo ben chiaro e cioè dn11111. re l'argomento 1ociale u beneficio Jclla 118 ragion di !tato, cioè della volontà di po– te.on ma per gli ■o■rchici che ti 1tttg• giano a tociali!ti ooo vedo che uo motfro dcmagogi~ di neuuo1 utiliti per l'anar– chia. Comunque, -.odo 'llolontG l'unica voce che echcgi 1'1oeli10 alla libertà la lc110 acmpre con dilcllo. A. L. T. Torino, gennaio 1961 Rin3ro.;iomo A. l. T. di ot.-erci delle le ,ue impreuiori.i 1ulla nostra pubblica• .;ione e le 1ue criticl,e che sono &i1,11e dal 1uo punto di t.•istodi liberale (liberale nel senso buono, intendiamoci. non nel ,cwo che e inteso oui, quando lo ,i ri– porle, ai liberali con1crv11ton" 111111 Mala• godi) ma non per noi c/1e con,idcriomo In libertà non q11akl1eco111di 01trallo ma q1wlcl1eco1ache si deve concrctis1wre nello vilu di 11111i 3iorni. LibertO, per i liberali, 1i3nifica libertG irn:livicfoole, libertà di ini:iotiva, libero conlrcuto lro 3li individui, mo nella 10- cietO cosi come si è andato formando at– trot.sr.r,o i ,ecoli e che i la ,omma di pri• i:ile3i u,urpali, di ri«he::e mule o«u• mulote, di autorità e poteri orbitrorio– mente ctulituiti e di ubbidien.:o do porte dei popoli. Noi non ccantaminiomo l"idea dello li• berti con neuuno ideolo31·a: vo3liamo Hmplittmenle che usa non ,io il pn'.- 1:ilegio di pochi. che diL-sr.ntiun bfone tli l11lli e ,-ioè che tutti, in que1to 1odelir, abbiamo le ,,eau pouibilitir di libero ini• :iotii'fl. di i.11r11irai. di 3uNlu3nar,i da ri• t.sr.re . di ot.sr.re ouicuroto un'e,i ,ten.so civi– le, con il c-011trib1110 clt!l proprio lavoro. di esprimere le proprie opinioni. ecc. Sin, mo. quindi. portati o rifiulfire lt, ,ocif'tii co,i com'e, perclie con lr s11e le,&i, con le ,ue i.,1i111::ioni lesali:::a le 11,er1u11w:ioni .,ociali, ,,ermellc et clii /111 di 11rriu/u're ,cm• 11repiÌI. li clii de1ie11c 111110,ilfì o /JOINU 1/i comm1clore.Combn11i<m10 co11tro le isliwsfo• 11i e i poteri alliwli non per conqui11Ure il po/ere perche. anche nmme110 t.he /oue e1erci1010,lo anorcl1ici, 1orebt.. ,empre op-

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