Volontà - anno XIV- n.1 - gennaio 1961
Per tradurre prezzi e salari da zloty a lire, ho adottato il tasso di mio zloty pari a venticinque lire, con cui si cambia ufficialmente la valuta turistica in Polonia; ma ovviamente, non per questa ragione, bensì per– chè tale rapporto dà un'idea abbastanza Iedele della capacità d'acquisto dello zloty sul mercato nazionale. Il cambio libero al di Cuori del paer.e (nella Germania occidentale, ud esempio, dove uno zloty equivale a sole otto-nove lire) oppure quello corrente sul mercato nero nazionale (I zlo– ty = 13-15 lire, e valori corrispondenti per il dollaro, la sterlina, il marco occidentale, il franco francese, ecc.) riflettono attività speculative e li– mitate. A Varsavia <p1csto mercato, al quale si rivolgono i polacchi che vanno all'estero, per avere un pò di valuta in pili delle scarsissime asse– gnazioni ufficiali, pur rigorosamente combattuto della polizia, sempre vi– vo: nelle vicinanze del Palazzo della Cultura, come sulla bella strada intitolata al « Mondo Nuovo )) 1 siamo stati avvicinati da cambiavalute clan. destini, cond'otli fre11olosamc11te in un portone, e quasi obbligati al ba– ratto, in una furia e fantasia di gesti da film di René Clair. Il cambia– valute che capitò a me - cui occorrevano soltanto pochi s1>iccioli, per passare le ultime ore prima di partire - quasi mi strappava il portafogli; gli diedi mille lire e lui mi cacciò tra le dita sessanta zloty (invece che quaranta del cambio ufficiale); restai con la mano aperta c ne aggiunse venti; protestai, ne mise nitri dicci; fmchè (ma il tutto in ,•cnticinquc secondi) mi stufai io prima di lui. Impressioni generali e conclusive; politica e religione Alla fine del campo abbiamo visitato, tutti assieme e sempre ospit.i della Giovcntll Rurale, Torun e Dydgoszcz (un giorno ciascuna) e Varsavia (tre giorni). A IJydgoszcz ci fece da ottima guida un architetto il quale, dopo averci portato in giro pcl' la città, invitò un gruppo di noi a casa ~ua, con quella familial'ità immediata e liberale, tipica dei polacchi. Byd• goszcz è oggi un centro industriale di duecentomila abitanti; ha la pili grande fabbrica di biciclette della Polonia, un'induF-tria produttrice di macchinari per la lavorazione dello zucchero, che esporta in tutto il mondo; un conservatorio, costl'uito tre anni Cn, con una sala per 900 per• sooe, interamente rivestita in legno e ritenuta la pili acusti.-:a d'Europa; e un quartiere nuo,•issimo, che accoglie quarantamila lavoratori. Prima della guerra contava centotrentamila persone, compresi otto– mila tedeschi; ora di <1uesti non rimangono che i ricordi: la collina che domina la città e gli splendidi boschi circostanti, è una specie di giardino pubblico e di cimitero all'inglese; interi prati a dense file di croci bian• che, quasi tutte d'ignoto, sono r.iò che resta di cinquemila cilladini am-
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