Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960

j popoli coesistono in condizioni molto molto peggiori di quelle del– la giungla. Non dovremmo aecon• tentarci di una pace che sta disu– manizzando gli spiriti, di una pa• ce che ammucchia sempre pii1 armi i cui miasmi stanno già avvelenan– doci tutti. E' proprio di qualche giorno {a questo monito dello scienziato ame– ricano, premio robel della chimi– ca, dott. Linus Pauling: gli esperi– menti nucleari hanno già sufficien– temente contaminato l'atmos!era da provocare deformazioni biologiche eredirnrie « per migliaia di anni a venire »i e gli Stati Uniti debbono giungere al disarmo nucleare << per• chè agire in altro modo J>Otrcbbesi• gnificare a,rnie,atare il genere uma– no ». E secondo i suoi calcoli gli Stati Unili posseggono 20 mila bom– be nucleari, sufficienti a distrugge• re qualsiasi nemico ueuanta volte.. Pania, pazzia! Poss.iamo chiamarci uominì se non @iamo capaci di salvare la spe– cie umana, di amare le generazioni future preservandole da una mo• slruosa eredità? Meritiamo il titolo di uomini se non siamo ca1>aci di salvare il la– voro di tutte le generazioni che ci ham10 preceduto e di salvare l'av• venire? Quando nel gennaio scorso in Francia era viva la J>0lcmica Ira i J>artigiaoi di De Gaulle, che aveva, voluto una bomba atomica di pura marca francese, e i suoi opposi1ori, uno scriuorc del <1uotidinno Le /'110,1de, 1 così si esprimeva: 1 • Pour ou e.on1re b bombe • di Domi• nique- Alfoy, Le Momk, P•ri1i 8-1-1960. 646 « Anche se la bomba era indi. spensabile alla scienza (e certamen– te non lo era più); anche se era un meraviglioso strumento llolitico (in– "ecc oc è uno contestabile), la Fran– cia doveva rifiutarla per<:hè è una arm!l di distruzione e di terrore. li rischio da correre era infinila– meute minore del rischio che !a correre al pianeta ( di cui la Fran• eia è parte), questa immobiliz.za . zione generale della pace, <1uestadi– sumaniz.zazione generale dello spi– rito. Se le civiltà si giustificano per quello che esse lumno di migliore, nonostante ciò che hanno di peg– giore, non è il peggiore di esse che assicura la loro soprnvvivenza ... E perchè uou utilizzare il migliore? Se non c'è più posto sulla terra per una nazione semplicemente U• mana, ci si chiede perohè dovrebbl! essercene per molto tentJ>O ancora per l'uomo. Ma perchè scoraggiarci? Un'altra nazione darà i 11rimi se• gni di ques1a nuova in1elligenza, il primo slancio di disarmo degli spi– riti e delle idee che de,•e precedere ed accompagnare il ncecsurio, me– todico e prudente disarmo del brac. cio ». Ad un certo momento si è SJ>era– to che l'Inghilterra desse i primi segni di questa nuova intelligenza, il 1>rimo avvio per il diurmo. Là si era {atto sentire per primo, l'autorevole anunonimcnto di Ber• trand Russcll: là si è costituita una organizzazione cho chiede il disar– mo unilaterale; lit vi sono sindacati che, nonostru.ite la politica dei loro dirigenti, chiedono la rinuncia al– le armi nucleari.

RkJQdWJsaXNoZXIy