Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960

E' bene però chiarire che il passaggio dal liberismo economico alla gestione statale deUe imprese non è la fine del capitaliMno come princi. pio di organi=:a:ione economica, ma di una sua forma particolare che la.scia il posto ad una forma di capitalismo più et,'0/uta e ri.spondente alle esigen:e di sviluppo e <li espansione della civiltà ùulmtriale. Come il monopolio di fronte alla piccola indu,,tria, l'economia di stato è la con.. tinuazio11c dell'accentramento economico in atto fin dalle origini del ca– pitali.s,no di cui rum. rimuove, an:i rinsalda, le basi dispotiche c<l inu• mane. Anche se in vasti settori del mondo favorisce lotte progressiue e rivolu:ionarie conquistandosi in. tal modo le for:e pii,, attive e gli ingegni migliori dell'umanità, la libertà cli'c,'1$0afferma ha soltanto u,i valore ester– no come su,peramento di vecchie forme di dominio così com.e lo ebbe nel liberismo economico di fronte alla società, feudale, ma non trova conferma nella sua realtà intima, all'interno dei suoi sistemi di vila sociale. La crisi di vecchie forme di dominio dell'uomo sull'uomo com'è quella attualmente in atto nei sistemi colonialisti e dell'imperialismo è sempre un fauo positivo, ma esso deve smuor;cre gli animi a idee di completa emancipazione umana, deve richiamarli alla ponibilità di una convivenza sociale veramente libera sen:a sovrastruuure autoritarie e parassitarie. At• traverso la ribellione contru una forma storica del potere deve maturare la condanna conlro il princi1,io stesso del potere sulla socielà u,na,ra, in qualsiasi forma esso si estrinsechi. La libertà non è una categoria dello spirito ma l'cssen:a stessa dello spirito umano inteso come attivi1à e crea– zione. Perchè mai essa deve rivelarsi alla coscienza dell'uomo e morire sul– le soglie dei suoi ordinamenti sociali? Nella crisi attuale che travaglia il mondo, il grande Stato regolatore della vita sembra i.l supremo rimedio, il non plus ultra dei sistemi sociali e viene presentato come lo slesso socialismo, cioè una società sen:a do– minio <liellisse. Ma lo Stato-padrone ma11tie11e,anzi rinnova la di.visione della società in classi, non elimina il proletariato e il regime salari(lle, cioè l'aliena:ione del lavoro dalla ricclie:za cl,c prod11ce e la sua economia con• tinua a ,,rodurre per il mercato e non per il consumo, per il profiuo e la potenza e non. per il bene della collettività. E' un eqnivoco cl,e bisogna dissipare dalla coscienza co111.emporanea e si può dissipare solwnto riprendendo rm dìscorso <lalungo tempo inter– rotto: il discorso della liber1à e del socù,lism.o, del socialismo che 110,ipuò essere se 11011 è libertà. Bisogna riproporre e ridare auualità all'idea asso– ciativa di una società sen:a classi e di u11aeconomia organizzata diretta. mente dai lavoratori sen:a padroni e senza governi. Bisogna guardare al di là delle vece/rie e nuove muraglie erette dal vecchio e nuovo capitalismo; soltanto così la crisi attuale potrà dischiudere nuovi oriz:o,ui ed i,1serire nelle rotture ch'essa provoca esperimenti nuovi di libertà. ALBERTO MoaoN1 644

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