Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960

contrnccolpi impietosi dei (attori naturali in genere. Sappiamo infat. ti che nessuna specie animale - nemmeno gli insetti superlativamen– te prolifici - avrebbe possibilità di una moltiplicazione indcfmita. Ora, chiudendo deliberatamente gli occhi di fronte al problema delle nascite, senza prima 1>orre fonda. menta economico-sociali atte a reg– gere validamente ad una data pres• sione demografica, la razza umana finirebbe col ricevere unn durissi– ma lezione dai fatti che consegui– rebbero nd una tale cecità di con– dotta. Dnsta pensare alle periodi– che carestie delle popolazioni asia. tichc e alla disoccupazione cronica di diversi• paesi. E questo non per– chè la natura ci abbia efTet1iva• mente dichiarata la fine delle sue possibilità, ma perchè non esiste un razionale equilibrio tra la potenza demografica in sè e gli effettivi va– lori (tecnici, sociali, economici, culturali, ecc.) che tale potenza può offrire. Non è esatto l'asserire che i fnu• tori del controllo vogliono mante• nere un livello costante di popola. zione mondiale, o addirittura di– minuirla di numero. Essi intendo. no di rallentare alquanto il ritmo dell'eccedenza delle nascite, fino n che le industrie, l'agricoltura e tutto il complesso delle relazioni umane non avranno creato piì1 am– pie possibilità di. benessere; altri• menti quote notevoli di popolazio– ne saranno sempre un peso morto, e d'altra parte finiranno con l'osta• colare anche j settori pii, benefica– ti, creando probJemi e inquietudi. ni non certo piacevoli per le CO· mmll1ù umane. Si obietterà: com'è possibile am. 680 pliare le produtti\'ità e i consumi senza un relativo nmnento della popolazione? Non è forse un circo– lo vizioso? Sta bene; ma che importa lo svi– luppo della produzione <1unndosia– mo sicuri che oltre un miliardo di individui hanno un potere d'acqui– sto i11significante o nddirittura nul– lo? Non solo, ma con la sicura prospetti"a di un continuo aumen– to di tale massa miserevole; reo• dendo perciò lo squilibrio sociale sempre piì1 impressionante. ll problema del controllo deJle nascite viene quindi ad inserirsi nella serie dei più importanti ed assillanti problemi c.he premono sull'intelligenza e sulle relazioni delle masse umane. Inserimento pie– namente giustificato e non - secon– do è stato annunciato più volte con: leggerezza - come un arbitrio di carattere degenerativo. Le basi, per cosi dire, dinamiche di tale controllo si presenta.no sot• to due particolari aspetti: uno 80• stanzialmente naturale, e l'altro strettamente rnzionnle, cioè domina. to dall'intelligenza e dal raziocinio. Finchè la specie umana è abban– donata alle sole di{ese fisiologiche che sono proprie della sua natura, il controllo del fenomeno procrea• tivo subisce sostanzialmente gli stes– si contraccolpi e le medesime avver– sità alle quali devono sottostare tut– te le altre specie animali. Un'inten• ia procreazione in tal modo si pre– senta sempre istintiva, e dal lato naturale si presenta pure pienamen• te giustificata, in quanto deve con• tinuamente colmare i vuoti impres• sionanti prod,otti dall'azione negati– \'a di numerosi fattori. E tali con-

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