Volontà - anno XIII - n.11 - novembre 1960

della guerrai ma per tali avveni– menti sappiamo tutti ciò che dob– biamo o possiamo fare, senza biso– gno di convegni accademici. Chi vuole andare vada; per con• to nostro ci asteniamo »." La nota non era improntata allo spirito cd allo stile malatestiano, cd era veramente strano, come ri– leveri, nel numero seguente del gior– nale stesso, il pili importante dei suoi collaboratori, « Catilina » (Lui– gi Fabbri) « che si mostri in certo modo ostile al convegno proprio «Volontà», che prima della guerra dedicava al congresso allora già sta– bilito pagine intere di discussione e appoggiava l'iniziativa stessa con incitamenti di non dubbia efficacia. Se un convegno o congresso era o poteva essere ut.ile allora, tanto piì1 lo sarà adesso che gli avvenimenti iucalzanti rend'ono sempre più ne– cessario un affiatamento fra compa– gni... Accademia! si grida, Ma via, la discussione Ira compagni è forse pila utile farla sui giornali? e i giornali non sono anche essi una continua discussione, una continua ... accademia? » 20 , Quello del Fabbri era un vero richiamo malatestiano. Ma queste brusche prese di posizione, che a volte e per chi non conosceva bene n « Il Convegno di Firenze•• in IO'. Vo– lontà•· Ancona 26 diceu1bre 19H, anno D, D, 46. 20 c Per il com•egllo anar,::hico• Catilina, io e Volonlà • • Ancona 2 gennaio 191S, anno 111, o. l, 668 J' Agostinelli, potevano sembrare contradditorie, non erano J>rovoca– te che dal carattere dell'Agost.inel– li stesso, e forse anche e sopratutto dall'assillante lavoro che quotidia– namente svolgeva, per cui il pre– vederne del supplementare era do– mandargli un di più impossibile. Sì, proprio il suo carattere, che chi lo ha conosciuto persouahnente lo ricorda burbero ma buono, uomo di poche chiacchiere 1.na seml>re preoccupato di fare. Bisognava star– gli vicino per poterlo sentire bene e per apprezzarne tutte le sue quali– tà. Di lui ci ha tracciato recentemen– te nel giornale« Umanità No,•a » un brevissimo schizzo Armando Bor– ghi: « Lavoratore capace, educato, rozzo nelle apparenze e sorgente di sorriso uell'aoimo ingentilito dallo amore per i compagni, per l'idea, per tutti coloro che per un'idea sof. frono e lottano ». L'Agostinelli moriva poverissimo a seuantanove anni, in un ospedale di Ancona il 23 aprile del 1933, do– ve era nato. Quando mori, in pieno fascismo, la sua scomparsa passò quasi inos• sen•nta. Qualche mese più tardi solo, arrivata la notizia all'estero, di lui brevemente parlarono Luigi Fabbri nella rivista che pubblicava a Mon– te,•ideo « Studi Sociali », e Carlo Frigerio nell'« Almanacco Liberta– rio del 1935, che pubblicava a Gine– ,,ra e uell'« Adunata dei Refrattari» che si pubblicava e si pubblica tut– t'ora a New York. Uco FEDELI

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