Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960

A N T o L o G A La dignità di un insegnante Signor Rettore dell'Università di Firenze, L E Geo L' o Ro I N E del giorno votato <la codesto Senato Accademico sulle mie dimissioni da proCessore stabile di storia modcma dell'Uni– versità di Fircm:e. Il Senato Accademico può applaudire quanto e come vuole al « Go– verno nazionale ». In attesa della legge, che consentirà al governo me<le– i;imo di licenziare quei pubblici funzionari - compresi i magistrati e professori d'Università - che gli rifiutino il loro plnu!l-0, tutti possono mi6urare la spontaneità di certe manifestazioni. Quello che nessun Senato Accademico ha il diritto di fnrc 1 è di fal– sare le i4cc e le parole nei documenti che gli servono di protesta per plaudire. Questa sopcrcheria il Sc.pato Accademico ha commessa allor<:hè mi ha auribuito, per poterla smentire, l'affermazione che " il conlcnuto degli inscguame.nli impartiti dalle cattedre dell'Università di Firenze sa• rcbhe turbato da pressioni ». Nella mia lettera di dimissioni io scrissi in• vcr.o: « La dittnturn Iascista ha soppresso ormai completamente nel nostro pae6e quelle condizioni di libertà, mancando le quali l'inscgnnmento della storia - quale io lo intendo - perde ogni dignità: deve cessare di essere strumento di libera educazione civile, e ridursi a sen,ile adulazione del p&Ttito dominante, oppure a mere esercitazioni ernd ite estranee alla t.'O· scienza morale del maestro e degli alunni ». Ambien1e generale politico, dunque, degenerato, in cui un uomo, che ha le mie idee cd il mio pn8sato, non può piì1 conservare con dignitì, )'inscguarnento della storia mo<lerna in unn Università; non pressionj da mc personalmente subite per <1uanto avrei do,•uto dire o non dire nelle mie lezioni ora per ora. Se i cmnpouenti il Serrnto Accademico aspell.o.no proprio questo ge• nere di pressioni per sentirsi limitati nella loro indipendenza scientifica e dignità personale, non è detto che non debbano presto essere socldi, slatti auc:he in questa aspettativa: ma quando si saranno lnscin1i condurre eino a qaesto punto, allora non avranno pii1 nessuna dignità da tutelare. Entrai nella scuola trent'anni or sono, quando la legge mi domandava solo che insegnassi storin con spirito di verità e di Jeallà, non che vcn• de!lf.i la mia anima al pnrlito dominante. Ho compiuto flCl' 1rcn1'irnn.i. il 630

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