Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960

ciato a militnrc nelle (ile del movi. mento anarchico giovanissimo at– toruo al 1893, quando riusci a co– noscere il Malatesta nel 1897 era ancora studente alla facohù di di– ritto dcll'Uoivcrsilà di Macerata, Invitato da alcuni amici e compagni ad esporre le sue idee nel giornale «L'Agitazione» che da poco aveva juiziato le pubblicazioni, vi inviava un articolo sull'« Armonia natura– le», nel quale, citando il Kropot– kin e il Bovio sosteneva che l'anar– chia sarebbe stata rculi1.znbile col concorso della scienza e applicando alla società umana le leggi naturali. Concludeva che la negazione di Dio portava inevitabilmente alla nega– zione di ogni altra autorità, fosse essa politica o economica. L'articolo non venne pubblicato, e il Fabbri d·omondò spiegazioni ai redattori del giornale. La risposta fu semplice: o:: Non siomo d'accor– do e non vorremmo - sin dai pri– mi numeri - dare l'impressione di un disacconlo in famiglia ,-. Ad o– gni modo, dicevano nella loro let– tera quelli della redazione, sareb– be stato bene che il Fabbri si fos– se recato direttamente ad Ancona per parlare coi redollori del gior– nale. Ero noto che il gionu1lc rispec– chiava le idee del Mnlutcsta ma era altrettanto noto che ufficialmente il Malatesta viveva 4 Londra, da do– ve inviava la sua collaborazione. Anzi, per maggiore precisione, il giornale aveva anche pubblicato il &uo indirizzo personale di Londra, indirizzo al quale, si dice"a, po• tevano scrivere ciucgli amici e com– pagni che intendevano mettersi in corrispondenza con lui. Luigi Fabbri, nel suo giovanile 610 stupore che dei « compagni » potes– sero dissentire da quanto anva e– spresso ucl suo articolo, scrisse a Londra, mn non ricevette risposta. Qualche giorno piì1 tardi, da An– cona ricevette un nuovo invito di recarsi al giornale dove i redattori desideravano vederlo e non soltanto per l'articolo non publica10. E for. se per meglio deciderlo gli inviuro– no anche i soldi necessari per il viaggio. Per il Fabbri questo ÌD\•ito rap– preseutava una meravigliosa occa– sione per conoscere nuovi com1,a– gni, e certo non intendeva lasciar– la sfuggire. Andò ad Ancona un sabato do– po pranzo arrivandovi verso sera. Si recò all'indirizzo comunicatogli nella lettera, quello d'ell'Agostinel– li, che lavorava in una piccola bot• tega dn cappellaio io fondo al corso. « Ah, sei tu Luigi Fabbri? Bra. vo », disse PAgosLinelli nel momen– to in cui il Fabbri si era presenta– to ed aveva cou11egnato la lettera d'invito ricevuta. Terminato il cappello che stava f;tjrando, l'Agostinelli chiuse il ne• gozio (• per vie traverse portò il giovane nel lontano quartiere del Pfano di San Lazzaro. Arrivati, l' Agostiuelli non bussò. Aveva la chiave in wi.1 tasca. A– perta la porto ed entrati~ il locale che si prescnlò 111Fabbri sembra– va disaLilalo. Non un rumore, nien• te indicava la presenza di qualcuno. Attraversarono una st.mza, poi u• na seconda vuoln. In un angolo u– na scala di legno molto ripida por. ta,,a ad un locale superiore, ma l'cntrota era chiusa da una botola come se anche quella camera fosse disabitala. Prima montò I' Agosti-

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