Volontà - anno XIII - n.10 - ottobre 1960

riti di un insieme di idee, conceui e sentimenti prcclaborati, convertiti in « slogan )I e formule pubhli– citarie. medianti i quali lo grande propaganda politica, con tulle le scienze e le tecniche ausiliari che ha al suo servizio, si sforza di creare negli uomini - ed in gran parte \'Ì riesce - vei-i riAcssi che li fa ren• gil'c in un modo carat1cristico da– vanti a certi stimoli. Questi stimo– li possono essere espressioni verba– li, quali imperialismo, antiimpcria.– li~mo, mon<lo libero, libertà, demo– crazia, dirilti umani, conwn.ismo, anticomunismo etc. Espressioni che a forza di essere u1ilizzate come proiellili - o come cortina di fu– mo - in quesia guerra di propa– gandn, hanuo perduto molto del loro significato originale, ccl hanno dato luogo ad una distorsione di concet• ti per cui è dilTicile orientarsi sui veri propositi o sulle con\'inzioui di coloro che le impiegano. Ci incontriamo così con il Ieno• meno corrente di violenti« ontÌmJ>e• rialisti )I che difendono incondizio– nntamente una delle potenze impc• rialiste più pt·cda1rici del nostro tempo: le. Unione So,•ietica; oppu– re tacciono complclrunente sulle sue prede in tale ordine di cose. Dnl- 1'altra parte, vediamo campioni del– la libertà, della. democrazia e dei diritti umani denunciare In violazio– ne di questi grandi priucipi J)ro1>rio e precisamente <1unndo ritengono colpiti i privilegi della proprietà monopolista. Gli stessi che nJ>pronno o stan– no zitti sulla brurnle repressione della ri"oluzione popolare unghere– se 1lell'ottobre 1956, quando migliaia di operai~ studenti e contndini fu. rono massacrati dni carri armati russi, agitano costantemente il caso dcll'intcn•cnto statunitense io Gua• temala che impose la dittatura di Casti.Ilo Armas, come la più flagran– te espressione dell'imperialismo. In– versamente, molti di coloro che nel mondo occidcntnle rivendicauo le vittime della repressione in Unghe– ria - nltcrnnclo il sentimento au– tenticamente rivoluzionario che ern in quclln rivoluzione - passano ,;o– pra i deliui di Franco, di Salazar di Trujillo e di allri dittatori che ap– parentemente stanno con la K buo– na causa ». Si potrebbero citare a montagne esempi di <1uesto tipo. E nella maggioranza dei casi non si tratta di simulazione o di mala fede. Ci sono, certamente, in ognu– no dei due blucchi statali, gruppi specializzati nella guerra psicologi– ca delle cnnq>t1.gne « umanitarie » o di solidarielà con fini di proselitismo in favore del se11ore per il quale a• giscono. E' certo che gli apparte– nentl a 1ali gruppi si prodigano a Sl1ggerire ed a maneggiare le reazio– ni emotive del popolo secondo gli interessi contingenti dei rispeltivi padroni. Però non è meuo certo elte la maggior pnrte delle persone che premlono posizione in queste <1ue- 6tioni Jo fnnno sotto la spinta di motivi sinceri, per un sentimento di giustizia, convinte di appoggiare U• na causa giusta. Come si spiega la parzialità di lJUeste reazioni sincere? Qual'è l'o– rigine di questo singolare dahoni• smo che permette di J>ereepire so– lo le iniquità e gli eccessi di potere laddove hanno un limbro a un CO• lore determinuti, mentre non per– mette di percepire quello che altri fanno, nltreuanto o peggio, sotto altro colore o altra bandiera? 589

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