Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

se melterauno a sacco la mia casa, ancora nou potrò dire di sì, se mi clùuderanno in una nera prigione, io non potrò dire di eì, se mi sarò morso le mani i;ino all'osso, ancora non potrò dire di sì, se promettcramto e ment.irnrmo, io non potrò dire di Eì, se diranno che domani sarà meglio, ancoro non potrò dire di si se il mio popolo porta catene e la carità del Signore non mi soccorre e se moriamo fra le catene io non posso lacere! Zolla a zolla Vieni, sorella, il sole vagabondo nostro padre verso il vilJaggio della lontananza è andato. S01>ra già accendono il vetro della luna e le finestre grigie delle stelle. Come nel nido finiti i loro voli mille rondini ho nel mio cuore le tue parole ebbre. Ci tremano le mani come foglie, si stringono le zolle l'una aJJ'altra. Noi pure, vicini, siamo zolle che il fresco seme teneramente ama. Vieni, amore, mi ondeggia nell'anima il tuo corpo, il soleo della terra si nasconde in noi. Oscuro si av,•icina il gregge della sera, cacle pili nera ormai la seta del suo manto. I tuoi capelli hiondi sono campi Il giorno illuminali dalla luna. l)A li l'on1-0, n. 3.4, a1,rile-maggio 1960, 1111nu•rn s1teci1tle dedic.a10 all'Ungheria. 561 GIORGIO GOMORI

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