Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

La comunità M. L. Berneri Q u AN o o nel 1957 si chiuse, a Piano di Sorrento, il settimo an– no cli vacanze estive della colonia M. L. Berneri, avevamo un deficit di cassa di piì1 di 300.000 lire e sape– vamo che non po1evtm10 1>ii1 dispor– re, per l'avvenire, della sede che avevamo avulo 1>er tulio il tempo in cui ('iniziativa aveva funzionato. Era una ben triste realtà! Sopra– tullo per chi aveva duto il meglio di se stesso per creare la colonia, farla funzionare ed aveva potuto cons1a1are da vicino gli immensi be– nefici di cui essa era stata dispensa– trice ai ragazzi e agli adulti. Tulli coloro che conoscono quale sia la povertà di mezzi del nostro movimento, pensarono, allora, che la colonia fosse una di <1ueHeinizia– tive di cui si sarebbe, d'ora in poi, parlalo al passato. Farla rinascere significava creare tullo, lulto dal nuovo e, per <1uan- 10 modesta l'impresa fosse, sembrava impossibile poterla realizzare. Oggi abbiamo la gioia di poter dire che-la colonia ( o meglio la co– mu11ità, essendo questo termine più appropriato 1>erdefinirla) M. L. Iler– neri non solo è rinaln, ma ha !un– zionalo durante l'estate in una sede propria, in una loeali1à suggestiva per ]e pinete selvagge che ancora vi esistono, per il silenzio e la trnn<1uil– litì1 che si godono in un angolo che si è salvato ( e s1>eriamo che si salvi anche per l'avvenire) dal !ra- 556 stuono assordante e sgradevole dei mezzi meccanici moderni, e da un turismo mondano che deturpano )o incanto della natura. Dobbiamo con(essare che <1uesto ri-inizio del nostro lavoro ha fugato dttl nostro animo una preoccupazio– ne che avevamo a,·uto durante i la– vori preparatori. L'esperienza di Sorrento continuava ad agire su di noi. Sapevamo che non avremmo po• tuto offrire ai (uturi piccoli ospiti la bella villa che per selle anni ne ave– va ospitato altri, nè un 1>aesaggioche non è facile ritrovare ahrove. Temevamo, cioè, di ricominciare in condizioni meno (avorevoli e ce ne dispiaceva non per noi, ma per i b11mbini ai <[uali avremmo voluto poter dare tulio <1uello che di più bello l'uomo sa creare e la natura offre. Ebbene, siamo eonlcnti cli 1>oter dire che c'è una bellezza, un am– biente che si possono sempre ricrea• re c1uando continua ad agire in noi la passione e l'amore per quello che si (a. Quale importanza ha per i ragaz• zi che la sede attuale della comuni– ti1 M. L. Bcrneri sia più piccola e tanlo modesta? I ragazzi vi hanno trovato una 1ale carica affettiva da sentirla « casa » loro, e le pinete confinan1i e circoslanti, dove essi po• tenno divertirsi a loro piacere sen– za nessun pericolo, hanno dato loro rirnprcssionc di essere padroni di

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