Volontà - anno XIII - n.8-9 - agosto-settembre 1960

Psicologia della pena di morte N O N V ' H A dubbio che l'uo• mo sia impastato di affetti o simpatie, di bestialità o istinti o– scuri, e di ragione o chiarezza di mente, quasi guida infallibile che lo conduce a giudicare sè e gli altri. Però, a dire di taluni grandi (Vico, Foscolo, Dovio), nei primordi del– l'umanità, al di sopra della ragione, Ielicc intuito del conoscere, aveva prevalenza la parte bestiale dell'es– sere umano, e le azioni, che ne se• guivano, erano naturalmente ali– mentate da cotesto oscuro istinto e di esso portavano chiare e ma– nileste impronte. L' educazione, sebbene nei primi tempi della meravigliosa e dram– matica vicenda umana, sia stata o– rientata verso l'acquisto ed il per– fezionamento delle abilità e dell'uso di quell'istinto, che mettevo l'uo• mo nelle condizioni pili favorevoli per di(endersi e per aggredire, non tardò ad ordinarsi e a mettersi, col progredire di alcuni gruppi, su quel giusto cammino nel quale oggi la rinveniamo, vale a dire nel contem• peramento e nell'equilibrio dei tre (attori 1nimordiali accennati, in ogni tempo facilmente reperibili nelle a– zioni umane: istinti, affetti, ragione. Prima ancora che l'uomo pren– desse stabile dimora nelle caverne errò come gli animali da foresta, e in tale stato vagante certo non è da pensare all'esistenza d'una unio– ne duratura tra i due sessi e meno ancora ad una rudimentale forma- 518 zione della famiglia. Questa logica– mente si formò quando gli uomini, col sopravvenire d'un'improvvisn e– poca glaciale, accompagnala da piogge continue e torrenziali, fu– rono costretti a cercarsi un rifugio nelle caverne. La donna e l'uomo divenuti trogloditi, trovarono co,. modo vivere insieme e la loro pro– le, che nasceva, rimase, per le stes– se ragioni, attaccata ad entrambi i genitori. La presenza ininterrotta di quegli esseri in un luogo di abita– zione comune, Ieee nascere il pre– zioso senso cli affiatamento tra di loro; I' impossibilità di procurarsi cibo da sè da parte elci piccoli e la loro incapacità di lottare contro le belve fecero ben presto germogliare nella mente dell'uomo genitore af– fetti verso i figli e la ornarono di quei sentimenti che non dovevano pii1 scomparire. Ma la bestialità, se tendeva a dar luogo anche agli affeui e all'amore, in certo senso ragionato, in seno a questo nascente nucleo cli società che è la famiglia, pur1roppo domi– nava incontrastata fuori di esso, cioè di là dalla ca,•erna, dove gli uo– mini, ancora molto rozzi, potevano incontrarsi per un buon numero di motivi i quali davano il via alle prime relazioni. Qui la forocia del– l'istinto si maniCestava cruenta, sen• za opposizioni di sentimenti pieto• si e meno ancora da considerazioni ragionate, cosicchè l'uomo frequen-

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