Volontà - anno XIII - n.7 - luglio 1960

di primavera che era già olto e fitto: i solchi erano spariti e la distesa uni– /orni€ di quel mare di spighe mormorava appena, ondeggiando al lieve venticello. Dal villaggio giunse l'eco di un colpo battuto su una rotaia. Il suono lieve e cristallino passò sui campi e morì in lontananza. In quel– l'istante il cielo cominciò a tingersi di rosso, a infiammarsi. Le allodole si alzarono diritte verso l'alto: il sole si levò grande e rosso. Ivan si sedette sul bordo della strada, vicino al crocevia, e stette lì. ad attendere. Voleva incontrare Vasili a tu per tu, in modo che non ci fosse nessuno che li disturbasse. Non era dawero uno scll€rzo sospettare ingiustamente qualcuno di una cosa simile! Non passò molto tempo che sulla strada cominciò a venir gente: un carro passò rumorosamente, un puledro nitrì; sorpassando tutti a trotto serrato, venne avanti un uomo a cavallo. Senza nemmeno vederne il viso, Ivan intuì cl'-€era Vasili e si alzò aspettando che quello arrivasse fino a lui. Vasili si avvicinava. Guardava Ivan, ma evidentemente senza ricono– scerlo, e non si sarebbe neppur fermato se questi non l'avesse chiamato per ,unne. E allora accadde ciò cl'-€Ivan temeva e che doveva accadere se i suoi sospetti erano fondati: Vasili, chinandosi dal cavallo, fissò l 1 uomo fermo in mezzo alla strada. Il suo viso abbronzato e indurito dal vento si coprì leritamente di una pa.tina grigia di sgomento, come di un velo di pol– vere; lo sforzo di concentrazione gli fece spuntare due lacrime agli occhi. Con voce rotta e cercando di nascondere sotto wi. sorriso la sua confusione, domandò: « Possibile? Sei Ivan? ». « Sì, sono proprio io » rispose I·va,i.,senza distogliere lo sguardo da– gli occhi intimiditi di Vasili. Nikitin si agitò non sapendo se restare a cavallo o scendere. Scese e, per nascondere il suo imbarazzo, cominciò ad aggiustare sotto i finimenti la criniera del cavallo; poi, tirando più volte e rapidamente il fiato, si avvicinò a lva,1,: « Salve » disse, e 1;oleva dargli la mano, ma abbozzò solo il movimento, senza tendergliela. « Salve » rispose lentamente I1,'iln. « Ti fermi qui a lungo? » « Penso di ripartire domani ». « Dove lavori? » « In una fabbrica». « Ah ... Dunque non pensi di tornare qui? » domandò concitatamenie Jlasili. Ivan non rispose: continuò a guardare Vasili con sempre maggiore ostilità, sempre più convinto cl'-€ fosse proprio Vasili che aveva visto a Krescìatik. « E t.u, pare che te la passi benino» disse poi allusivo, con voce sorda. Vasili sentbrò sul punto di rispondere qualcosa, poi tacque. Sulla,.. strada avanzavano delle donne, che guardarono con curiosità lo scono– sciuto, alzando gli occhi da sotto i grattdi fazzoletti. « Non vuoi che sentano la nostra conversazione? » domandò con scher– no Ivan appena furono passate. 471

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