Volontà - anno XIII - n.7 - luglio 1960

lizia francese i fuorusciti che veni– vano arrestati od espu]si. Ed' esse• re espulsi dalla Francia significava non avere più un rifugio in Europa, chè tutte le polizie si rifiutavano di dare ospitalità ad un profugo che e– ra stato respinto dal paese che pro– clamava con orgoglio di accordare il diritto '<l'asilo a tutti i perseguitati politici. E' questo rmo dei capitoli piìi do– lorosi nella storia dei fuorusciti e dell'antifascismo. Per averne una idea, basti pensare alla spia del Re, che operando in Italia e all'estero tra i gruppi di G. e L., Ieee arresta– re molti uomini di valore, tra i qua– Ji E. Rossi, R. Bauer che furono condannati, poi, duramente dal tri– bunale speciale, e fu la Cllusa del suicidio di Umberto Ceva; alla tra– gedia di Alvise Pavan, costretto di uccidere rma spia per lavarsi di so– spetti che erano caduti su di lui per aver accettato in buona fede favo– ri dall'ucciso; alle losche cd ignobi– Ji trame di un Menapace che tentò, prima di portare in Italia Camillo Deroeri, poi, non essendoci riuscito, tentò il suo assassinio morale. Dall'i– nizio dcli' emigrazione antifascista, in cui cercarono di inserirsi le fami– gerate « legioni garibaldine» dei fratelli Garibaldi che risultarono essere un ignobile tranello per pro– curnre vittime al fascismo ed alla polizia francese, fino alla guerra di Spagna, d'ove il gruppo di volontari « Mateoui » di G. e L., ebbe per un certo tempo comandante Enrico llricchetti anch'egli spia, sempre l'ambiente dei fuorusciti fu appe– stato, insidiato, minacciato dai pu– tridi individui che erano pagati da Roma per fare la spia o gli agenti p1·c,voeatori. (La Concentrazione Antifascista non ebbe per tutto il tempo che durò, come segretario, Pistocchi, il cui nome fu trovato nelle liste d:ell'OVRA ?) lo queste condizioni, senza obiettivi immedia~ ti concreti di lotta contro il fasci– smo, 1100 stupisce che l'emigrazione politica si prcusentasse nel 1936 a– morfo ed indifferente, rassegnala al– la propria sorte. Mn è proprio vero che <1uando la noltc è più nera l'alba è vicina. L'incendio che divampò improv– v.isamente in Spagna irradiò la sua lur.e sul mondo intero, riaccese le speranze e gli entusiasmi in tutti gli amici della libertà e nel cuore di tutti i proscritti. Bisogna averJi vissuti quei giorni per risentire, anche a distanza di tanti anni, la gioia d'ell'improvvii,t,) risveglio, della lede che si ritrova fresca cd immutata. Molti antifa– scisti italiani senza aspettare ordini dagli Stati maggiori, (che entraro– no in scena pili tardi, dimostrando ancora una volta di essere le solite mosche cocchiere) corsero a portare il loro aiuto al popolo spagnolo, mentre molti altri chiedevano con insistenza, ai loro dirigenti politici, di essere messi in condizioni di po– ter partire. Essi capirono subito che la causa della libertà non ha frontiere e che se vince in un pae– se, vince in tutti i paesi del mondo. Gli anarchici italiani furono i pri– mi a partire. Al di ]à dei Pirenei, spontaneamente il popolo, con gli anarchici in testa, difendeva la pro– pria libertà. Se gli anarchici spagnoli voles– sero costituirsi un'agiografia sul lo– ro contributo, determinante nei pri– mi mesi, a quella rivoluzione, ha• sterebbe che raccogliessero quello che molta stampa di allora, non a- 451

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