Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

chC i regimi d'oggi tono opera:ioni II fred– do, accorte, lfmori, peJrmtcmenle ineluUo• bili ... aron:-ano a paui felpali, ,crn:a leJle roue, 1ec/i di,rruue, omicidi e t'ampi di concenlromenlo: non ripudiano la le1«e, lo violano in 1ilen:io, li rilOJJamento dei coJIUmi, il monopolio del potere, la proli• ca del 1ollogor:erno, la ron/luione del IO• rro col pro/ano, 1'111iU::a:ione c/ei irandi 11rumen1i moderni di permOJione, lo rodio e la T.Y., per • il lorog3io dei ttn:elli •• il graduale adclormenlamenlo dell'eleuora– lo, la Jabo euforia delle l'ifre u//it:inli, il cieco e3oi-1mo dei prit:ile3iali. la ma.ni/i – ca.:ione i,11elletiuole dd cPlo medio, pre– parano U rf'gime e t:reano prf'meue di un nuovo 1ipo cli 1lit1a11tr11morbida •· E' quc11a la doloro1a rC'altà del nostro paese do\'C è ormni noto che In Leigc e 11p1>licntacon criteri diserimit1alori (il ve– scovo che scrive ul ghulicc: « per gli av, vcrsnri In legge si applica, per gli amici si interpreta•; lntti i cnsi tli amministra– iioui comunali tli 1i11i1tra comlunnnte per tlci raui che rimn11go110,i,weee, impuuiti •1ua11do, con mohn più frcqucnu, 10110 compiuti dalle nmniini~trnxioni del pnrti, lo maggioritario); dove è Italo creato la teoria dei « fatti normolivi •• cio(' le mo– di(i<'nzione ddl■ uttu■le Costituzione co11 i fatti arbitrari; do\c 1oprav,i,0110 fa legisla. zione, le lccgi di polizio erc:ditote dal fu. ac:~mo e quondo qutste non bastono u ne aggiungono ahre 1tiù retri\·e o catthc, o si va a 1eo,·are l'aMicoleuo che c1mecll11o ren. de inoperante tulle le dispo izioni della Co- 1ti1u1ione; do\·e lo 11euo Cou~mo 1i &ene di 1u11ele di~posizioni ineo11i1utionali per difendere 1eo1ccmcn1c dat·onti allo Corte Co11itu.:ionole a,, c.he le norme piU tiran~ ,aic.l1e, illiberali, irro:ionnli. ,u•uu,aa e,c.1u– ,a ed eccc1t11oto; dove non t' stato ancor■ crealo, no110111nte h Coslitur.ione ne fac– cia uo obbligo. l'F.nte Regione, pu cui il ,·ccellio grido di EinnUtli: • Via i prefct, li• rimnne tutt'o,i:e;i valido. Ci si oecorgc, co8Ì, ◄11101110 sia arbitra• rio e mcnxosncro l'aggcllivo di « clemo– cralico • di cui 1i orna In nostra Repub• hliea. Uno 1lcmocrazia la cui vitu è ridotta 412 al vertice è :oppa ecl il HW ruore, tton ,u/ficìentemenle alimPntato, può clo un momento o/l'altro ceuare di bauere. La diagnO!i che tro,•i11mo in 11ucsto li– bro è esatta, e guai te i m■li che in euo 1000 denunciati non tro,•a5'f!rO valide rc– "isteoze davanti a !e. La dittatura morbida rhc ci allcnderebbe non nrcbbe nulla da im·idiare a quella del m■ng■nello. Ma quali sono i rimedi che i J)H1tti• panti nl suddetto COnVf'gnopropon,:ono? Alla domanda: Che co,o fare? l..eopol– do Piccardi ri1ponde: artico1arc la demo– crazia, creando l"islituzionc della Hcgione con un'effettiva autonomi■ del Comune. Ll– berarei dal prefotto che è uno llrumcnto del potere esecutivo, polcrnoli11ico 11el mi– gliore dei casi, veuatorio nei peggiori, inu• 1ile e dannoJo acmprc. Creare, ul di fuori dei poleri tradizionali dello Staio, o nel qundro di essi, nuovi organi nlli nd cli• minnre i pericoli dcll'cceeuivn conccntrn– zione dei poteri, così come ve ne erano prima del fascismo, e 11opralu1to, dice L. Piccardi, « rafforzare lo S11110 •· E' cp1esto un rimedio in contr::ddiaione con le nhrr proposte, perchè come fet'c giustnmcnlt' no– tare Giovanni Ferrara nel 1110 in1erven10, se il ,·oho dello Stato d'oggi è de\·asi11to è rcpugnanle, quello llnlÌl'O e ben noto, è pau.,oso pÌullOJtO che repugnanll':è il volto del potere nP:lla 1ua conCN'lt'::a poUll°co, è la Jor:a. Perc:iò C550 non ,orr,j mai rinun• eiare ad un briciolo della 1ua au1orità e 10I. lenre la creazione di istituzioni autonome che sfuggono al 11110 controllo. Se, O!gi, il partilo maggioritario si iden• tifica con il Gonrno e questo con lo Sta• to, e si sa che il governo è l'etprc.uione dei preti, dei gro11i industriali, e dell'al– ta burocrazia, non è queslo un fe.nomeno nuovo nella storia dei go,•erni. Sempre et- 11ihanno rappresentato gli intercui di una casta o di piccoli grup1>i detentori dcli■ ricchezza e dei mezzi tli prorluzionc e sempre hanno coneentrnto in sù il 111a11si– mo di potere e di comando. Si 1•011000 perlcziooare le istituzioni, e sii apparali;

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