Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

passate per riforme (non ultima quella Ge,itile del 1923) hanno CLCCen– tuato e peggiorato gli apparati orgtinizzativi ed i sistemi didattici della scuofo italiana. Gli c1pporati ed i sistemi didattici attuali si adeguano, dal punto di vi– sta pedagogica ecl educc,tivo, alla verità ufficiale della Chiesa cattolica; e le riforme, che si dice di volere att,wre, servono soltanto a contrabban– dare u,w modernità inesistente di adeguamento dell'educazione ad 11nasi– tuazio,ic sociale in progresso: fo riforma dei programmi non riuscirà dcw– vero a riformare le strutture clcissiste della scuola, cosi come le riforme strutturali, senza la riforma dei programmi, saranno mo,iche, cliscntibili ed ambigue. lntwito i cattolici, face,ulo riferimento alle norme dichic1rntive della Costituzione, che più particolarmente si occupano del problenw .~colastico, lum,w scaten.cito una lotta nutrita per il mantenim.cnt.o del co11fessio11alismo scofostico, col desiderio implicito di consolidare il già forte mmwpolio educativo. Essi si richiamo ad argoment.i giuridici, sociali, storici, peda– gogici. L'argomentazione giuridica fa <·apo al famigerato articolo 7 della Co– stituzione (nel quale i rapporti tra W Suao e la Chiesa Cauolica vengono regolati dai Patti lateranensi) ed all'art. 36 del Concordato, (nel quale si afferma che << l'Italia considera fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizioue cattolica))): indubbiamente è argomen.t.azione opinabile cla un punto di vista di ermeneutica giuridica, ma è talmente rilevante ui. fini pnaici che, ad oggi, neppure la Corte Costi.tuzio,wle si è pronunciato a favore dell'abolizione del detto art. 36 come incompMibile con ldtri arti– coli della Costituzione, che p11,redovrebbero garantire i diritti inviolabili dell'uomo, l'u.gurtglianza di religione, la libertà di professare e propa– gandare, esercitare e manifestare il proprio pensiero. L'argomentazione sociale e tecnologica è imbastita sulla ipocri.~ia di un canovaccio (produttore di benessere, al servizio dell'intera socielcì ita– lia,ia) secondo il quale la polemica tra confessionalismo e lcicismo, di fronte ai problemi scientifici e professionali della s.rnola, si appaleserebbe staccata dal tempo nel quale viviamo; secondo il quale il pericolo cleri– cale diventerebbe inconsistente di fronte ad altri maggiori e più press(tnti problemi, per cui il laicismo può essere benissimo la$ciato da parte di fronte alle possibili conquiMe .~cie11tifiche e tecnologi.che di cui l'uomo ha bisogno per raggiungere la pace, la ,icurez:;a, il benessere, la felicità. Sia– mo davvero nel pieno della farsa! Timeo Danaos et dona forentes! Quando il Diavolo ti .. carezza, vuole ... l'aninui (ta.nto per sUlre in argomento). Non è il caso davvero di rispondere ad un .~imile nrgomento. La ter= 11 argomentazione so.,tiene che, esse11do la cultura emanazione della tradi::.ione e costituendo la religione l' essen:.iale della cultura e della tradi::.ione, l'educazione religiosa, secondo la tradizione cattolica del po– polo italiano, cleve nvere un posto prepondenui.te nella scuola. Uargomento si presenta, nel suo dogmati.,1110 infantile, come una banalità antistorica, che soltanto certe facce di bronzo hanno il coraggio di presentare sotto 354

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