Volontà - anno XIII - n.6 - giugno 1960

Anche qui i-i ripete il vuoto o la rot– tura fra civiltà ed uomo e si scopre n<'lla assoluta mancanza di mol.ivi umani ne11a lolla politica divenula una zuffa di imperi e potentati ai <1uali le moltitudini umane danno una adesione formale o una obbe– dienza passiva. Pure l'economia ('hc In iu passalo tmo strumento di liberazione cd un campo di nuove esperienze umane e le sue leggi erano attentamente se– guite dalle moltitudini che intende– vano usarle a proprio beneficio, og– j!Ì non è che una scienza di iniziati i:l soldo dei potenti e materia di e– sperienze ministeriali. Come la po– litica anche. l'economia è una scien– za di amministrazione e di conserva– zione che ha espulso da sè le speran• ze umane di emancipazione. In questo sguardo sommari.o alle tre attività fondamentali della socie- 1ù, cultura politica ed economia in cui si riassumono il pensiero e l'a. zione d.ell'uomo storico, per mette– re in maggior risalto la rouura o il nioto del nostro tempo, l'abbiamo spontaneamente comparato ~on lu ci– viità cttoccntesca accostando la crisi p1esrnle cou gli splendori del pason• to. Sembra tuttnviu strano che per contrapporre alla precarietà nostra un esempio di equilibrio duraturo si sia scelto un secolo tutt'altro chc– tranquiJJo in cui con le guerre napo– leoniche e quelle di indipendenza 36() nazionale si liquidò il ,·ecchio regi~ me aristocratico e feudale ed in cui le prime buttaglie del proletariato scuote.vano con l'azione cd il pensie– ro gli ordinnmen1i del giovane capi– talismo. Ma ciò che era in crisi in <1uel tempo erano forme particolari di ci– viltà; era la civiltà feudale messa: sotto processo dalla borghesia in a– scesa, era l11 civiltà capi10listu che il nascente. proletariato rifiutava cd ac– cusava di i.ttfomia; ma l"umanilà e– ra protagonista della sua storia e rmnovava le sue Iorme di civiltà in- 1·.al.'l!ando nuovi conceui e propo– nend'o nuovi sistemi di vita. Quella che noi vediamo oggi non è una lotta di vnlori ma l'assenza dei , alori. non una crisi nella civiltà ma della ci,·iltil che, ritornando alla no– slra definizione è crisi dell'uomo, poichè il rnlore ahro non è che il i-c-nsodel!.. sua viia. E' l'atomo sociale che deve tro– vare in se stesso le dimensioni uni– versali della coscienza umana che non può oltre sopportare le barrie– re imposte dall'autorità e dal privi– legio; siamo noi che dobbiamo cam– biare "C ,•o~diamo cambiare il mon– do. E' imminente l'esplosione del– l'atomo sociale in cui è rncrhiusa l'intelligeuzn dell'w1iverso come nell'atomo fisico è racchiu--o l'infi– nito. ALBERTO .\1oKO'\ I

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