Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960

bcrtari per cui la lotta di classe non ha significato mai altro che di lotta per elevare il livello di vita di tutti in un'atmosfera di libertà. Ora, per noi, la sovraproduzione è una realtà del sistema capitalista, ma, se satura i mercati, dista molto dal soddisfare le necessità concrete di tutti. Si è eletto pili volte che sarebbe pili esatto parlare di sotto• -consumo che di sovraproduzione; lu rivendicazione basica di ogni corren– te soeialisrn dovrebbe essere quindi, 110n quella di limitare la produzione, ma <1nella di migliorare la distribu– zione, facendo scendere i prezzi. Tale rivendicazione è rivoluziona– ria di per se stessa, perchè attacca le radici stesse del sistema capitali– sta, giachè 1>orta ad un progressivo svanire del profitto ed alla distrihu• zionc gratuita. In caso di sovrapro– <luzioue autentica (cioè superiore ai bisogni real1 dei consumatori e non al sem1>lice loro potere d'uc<1uis10), 1n rivendicazione anticapitalista e t'i– voluzionaria dovrebbe essere, seeon– ·do me, quella di diminuire le ore di lavoro e non la produttività oraria 1 • ·1lolerc la diminuzione di quest'ulti– ma significa S(>Untarc un'arma che il progresso tecnico ha messo ina. spettatamcnte nelle mani dell'uomo. Elevando il livello di vita, una mag– gior produzione d'insieme stimola tutte le auività e, alla fme, produce sempre un maggior impiego di 1)13· no d'opera, mentre la bassa produt– tività finisce con l'aumentare la di– soccupazione e inurnto demoralizza la massa dei lavoratori e la prepara 1 Ora, !rndueendo. ,·orrei aggiungere clic, uel CMOa11cor:i re111010lii una J)roduzione eupcriore ai bisogni, sarebbe anche 11ostro compilo co,winecre i ltworatorì a prereri. re la qualità alla quantità dei prodoui, ad accettare un tono vitale debole. La presa di possesso e la gestione delle fabbriche da parte degli 01>c– rai e dei tecnici è inconcepibile sen– za il desiderio di creare, insepara– bile dall'amore per il lavoro alta– mente produttivo, che già nel Medio Evo costituì l'impulso interno della rivoluzione comunale contro il feu– dalismo. La tendenza, che si comincia a ma– uifostare nell'Uruguay, ad impiegare negli scio1>eri l'arma dell'occupazio– ne della (ahbrica (arma complemen– tare ben pericolosa se usata inop– portunamente e come semplice ri– catto ma degna d'essere spc1·imenta• ta se sbocca nella gestione diretta) ci (a pensare che l'impresa capita• lista può essere un'eccelle111e scuola pet· fu1urc cooperative di produ– zione. E qui bisognerebbe discutere la fouzionc dei sindacati. Sono essi so– lo strumenti di una lotta di classe i cui termini si spostano continuamen• te o possono nuche essere organi di educazione e addestramento tecnico, che facilitino la trasformazione del– la società in senso socialista e in beneficio di tutti? Mi sembra chia– ro che, dato il grado che ha raggiun• lo l'intervento dello stato nell'eco– nomia cd il peso in gran parie pa– rassiiario della nuova classe huro– craLica in formazione, i siud·acn1i so• lo possono conservare un senso, se alla prima fom~ione - che è la lra– dizionalc - aggiungono la seconda. 2. - L'interesse sindacale e quel– lo dei consumatori sembrano oppor– si di fronte a questo problema della produttività e inlaui si ul'lano sem– pre pili spesso, dando :ilio stato la possibilità di erigersi in tutore del consumo, contro ca1>italisti cd operai 257

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