Volontà - anno XIII - n.4 - aprile 1960

Elisir di lungovitae... statistico. Secondo il già prc:iidente dell'INA.M, poichè la popolazione te.aule ad. invecchiare, si rende necessario elevare a 65 anni il minimo di elÙ pensio– nabile. A suffragare codesta tesi si presenta una tabella secondo lo com– posizion~ per e1à della popolazione irnliana, dalla quale risulta che la percentuale delle persone da O a 14 anni è diminuita, in mezzo secolo, lini 34,l % al 26,l %; che quella delle persone da 15 a 1J.9 anni è aumcnrnta dal 47,2% al 51,9% e che quella di coloro i quali hanno superato i ~O anni di età è aumentata dal 18,7% al 22,0%, La rnbella stessa è suddivisa a ~coglioni secondo gli anni dei censimenti di questo secolo, interrotti solo nel ]9-H a causa della gnerra. G. Berlingncr, su l<woro, nel suo ar1icolo intitolato « S1atistiche truc– cate», così scrive: « Prendiamo gli stessi dati, e rivoltiamoli; partiamo prendeJtdo come gruppo centrale di età non quella rra i 15 ed i 49 anni, ma quello della reale età lavorativa, che va <lai 15 ai 60 anni. Ed ecco una seconda tabella: EtA 1001 1961 Da O a 14 anni 3,1,1 26,l Da 15 a 60 anni 56,2 61,7 Oltre 60 anni 9,7 12,2 100 100 In renlti,, quindi, nell'ultimo mezzo secolo la proporzione degli indi– vidui in età lavoratfra è aumentata dal 56,2 al 61,7%, sul totale della po– polazione; contempornncamcnle è aumentata la J>ropor-L.ionedei vecchi - clal 9,7 al 12,2% - ma è diminuita in misura ruolto maggiore quella Jei ragazzi: dal 34,1 al 26,1 %. Il ((carico di Camiglia » su ogni lavoratore, da un calcolo puramente statistico, risulterebbe diminuito anzichè au– mentato. Se le cose non slauno così, la ra~ione non sta nell'invecchiamento della popolazione. In rcalrà, di quel 61,7% della popolazione che potrrbbe la– vorare, solo la metà ha un'occupazione stabile: donne, disoccu1>ati e semi– occupati costituiscono i'nltra metà. Il rimedio, <Juindi, non sta nell'aumento dell'età pensionabile: ma in una politica di piena occupazione, di alti salari.di aumento delle pensioni ». Il prezzo dellavoro. Chi non lavora ha sempre cercato di fnr passare il lavoro come un'at. tività nobile, un qualco1rn che rende l'uomo piì1 degno di chiamarsi tnle. I peggiori regimi poi si sono sempre distinti nel cercare di imbrogliare– le carie in Invola piì1 degli altri, cercando nei ,·ocabolari gli aggettivi più 252

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