Volontà - anno XIII - n.3 - marzo 1960

francese: La Table Ronde. E ciò, sul 1>iano della stima e del rispetto in– ternazionale per lo Stato (rancese restaurato. Quanto alle formule magiche destinate ad incantare il popolo buono, conoscono lo stesso disprezzo, la stessa indifferenza: l'associazione capitale-lavoro non è neppure un tema per i discorsi della domenica; le sovvenzioni accoz·date alle scuole libere han.no scatenato un anticlericalismo che si credeva sorpassato; le grandi riforme amministt·ative sono ancora e scnq>re allo stato di progetti di studi preliminari. Non si creda che ques1i fallimenti, <1ueste ritirate, <Jl!CSLe rabbuffi sia– no il risuliato dell'azione delle forze d'o1>posizionc e, ancor·mcno, d'un risveglio della cornba1tivi1~1 e della dignità operuic! E' In slessa megalo– mania del general<"•presidcnte che l'iccve, di ritorno, la smentita di una pia realtù. S. PAIIANE 2 - Cristianesimo senza amore e I N Q U A NT' AN N I /a - esperie11:.a per me esoticu, in. pien.o fervore di(< caccia al modernissimo religioso in Uoma » - m'i11co11trc1i i,1, Lon– dm con ,m grnppo di liberi cercotori filosofico-religiosi, i q,wli, avendo scoperto che ln bianco. luce delfo verità risulto dall'incontro di tutti i colori dell'iride, si sfor::.uvcmodi conoscersi meglio per com.prendersi ed eventual– meme integrarsi .. Erano una t.re111i.tw i membri di <Juesto simposio: selle anglicani, sei cattolici, tre ismeliti, tre ,mittiriani, due« amici» (c1u.accl1eri), sei etxmgelici - più. o meno liberali - e tre laici. Di tre di essi mi ero già occupato nei miei scritti; cioè, il modernista cauolico, barone Von f/ii.gel, l'anglicano ca11,011ico Lil.ley e il grande ebmista Clmulio Montefiore, di cui avevo tradotto, per Formiggini, L'Insegoamen10 di Gesl1 e il Giu– daismo liberale moderno. 'fu.ui . s'inco11trcwa,10 spesso, e anche si scontra– vano cm:allerescamente sull'Hibhel'l Journal, di cui era direttore uno di loro, L.P. Jacl.-s. Mi si offrì qui anche l'occasione di interesscmni di più cii movimento del Giudaismo Liberale, di cui il Mon.tefiore era il prù1cipcile promotore: della cui gramle opera, I Vangeli Sinottici, dovevo poi fare ampie recen.• sioni. Nella sua Introduzione e nel Commenwrio ai tre Vangeli, egli illn– strcwa i concetti fondame,uali condivisi oggi elcitutta fo critica indipende,ite, chiave di ogni equo e corretto mpporto fra la trculi::.ione ebraica e <Juelln cristiana. ]90

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